Sergio Rizzo, Corriere della Sera Economia 11/11/2013, 11 novembre 2013
«IL DIRETTORE? NON DIRIGE». L’INVENZIONE DEL TESORO
Tela di Penelope. Niente meglio della metafora omerica descrive un certo sistema con il quale vengono fatte le leggi in Italia, dove c’è sempre qualcuno che di notte smonta quello che viene fatto di giorno. Tipico esempio è una norma sulle incompatibilità dei politici e degli amministratori pubblici contenuta in uno dei tanti decreti attuativi della legge anticorruzione che prende il nome dell’ex Guardasigilli Paola Severino.
Questo provvedimento fissa in dettaglio tutti i casi in cui è vietato sovrapporre certi incarichi. Per esempio, chi sta al governo nazionale non può amministrare enti e società a controllo pubblico: fosse stata in vigore tre anni fa questa norma, non avremmo avuto un sottosegretario (l’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito) vicepresidente di Fincantieri.
Allo stesso modo, a chi ricopre incarichi governativi a livello locale è inibita l’amministrazione di società locali. Ancora, chi guida una società pubblica non può fare consulenze per la stessa società. Idem per i dirigenti del servizio sanitario, con incompatibilità che arrivano fino alle parentele di secondo grado. Ma c’è di più: i dirigenti della pubblica amministrazione sono incompatibili sia con incarichi di natura politica sia con quelli nelle società controllate dal loro ministero e negli «organi di indirizzo» delle stesse amministrazioni. Più chiaro di così... Tutte queste norme hanno visto la luce l’8 aprile del 2013, mentre la politica italiana era in piena fibrillazione dopo le elezioni di febbraio che nessuno aveva vinto. Evidentemente non si badò con attenzione al fatto che l’applicazione automatica di quel provvedimento avrebbe potuto causare una piccola strage nel governo di Mario Monti, che d’altra parte era ormai al capolinea. Passato lo sbandamento, qualcuno deve aver realizzato che comunque il Palazzo sarebbe stato attraversato da un terremoto. E si decise di correre ai ripari.
Ecco allora spuntare in piena estate, durante la discussione in Parlamento del decreto legge cosiddetto «del fare», un emendamento che manda la palla in tribuna. Testuale: «In sede di prima applicazione del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, gli incarichi conferiti e i contratti stipulati prima della data di entrata in vigore del medesimo decreto (il 19 aprile, ndr) non hanno effetto come causa di incompatibilità fino alla scadenza già stabilita per i medesimi incarichi e contratti». I divieti, insomma, varranno soltanto a partire dal prossimo giro. A scanso di ulteriori equivoci, anche il ministero dell’Economia stabilì di passare le norme sulla incompatibilità ai raggi X. Lo scopo, cercare di capire chi avrebbero davvero potuto colpire.
Nel Paese dove le leggi fatte dal Parlamento non si applicano ma si interpretano era dunque inevitabile, dopo un decreto legislativo nel quale si definisce con precisione certosina il perimetro del provvedimento, che arrivasse anche una circolare firmata dal capo dell’Ufficio legislativo delle Finanze. Data: 24 ottobre 2013, a un anno di distanza dalla legge Severino e sei mesi dal successivo decreto.
Ma che cosa c’è scritto? Semplicissimo. Che non solo i direttori delle agenzie fiscali, ma anche i loro vice, sono pienamente compatibili con l’incarico di presidente o componente dei comitati di gestione delle stesse agenzie. E ciò non perché quei comitati non siano «organi di indirizzo», né in virtù della sanatoria temporanea introdotta la scorsa estate per i contratti in essere. Bensì per un’altra ragione: «Le funzioni del direttore non sembrano inquadrabili fra gli incarichi dirigenziali ma piuttosto fra gli incarichi amministrativi di vertice», al pari di «quelli svolti dai vice direttori». E siccome la legge parla di «incarichi dirigenziali», loro non ne sono minimamente sfiorati. Riassumiamo. Con una circolare interpretativa di un decreto applicativo di una legge il ministero delle Finanze mette al riparo da possibili incompatibilità alcuni alti dirigenti che fanno capo allo stesso ministero. Non è meraviglioso?