Corriere della Sera 11/11/2013, 11 novembre 2013
MA ESISTONO STUDI SUI RISCHI DI QUEL VAPORE?
1 Quanto sono pericolose le e-cig o sigarette elettroniche?
In realtà, al momento, non esiste dato sulla loro pericolosità rispetto alla salute. Se ne parla molto ma studi indipendenti in materia non esistono. Gli incidenti di percorso riguardano solo lo scoppio della batteria dell’e-cig, di produzione non controllata. E’ certo, e questo porta a dibattere sulla loro vendita in farmacia, che quelle con liquido alla nicotina contengono un principio neuro-attivo, la nicotina appunto, che crea dipendenza e ha effetti sull’apparato cardiovascolare. Ma allora anche le sigarette normali dovrebbero essere vendute in farmacia.
2 E il fumo che emettono? Non contiene sostanze tossiche?
Si tratta di vapore acqueo, senza odore. Ma le polveri sottili ci sono (in quantità minime): andrebbero fatti test più accurati. Così come sulla quantità di nicotina che passa nell’aria dopo la «svapata» (niente a che vedere con il classico fumo passivo). Ma non tutti usano liquidi alla nicotina. A proposito del vapore acqueo c’è da dire che gli asmatici potrebbero avere crisi se fumano le e-cig perché è noto il ruolo dell’umidità nel favorire un attacco di asma. Anche la nebbia ha questo effetto.
3 Quali rischi per i polmoni?
Se tutti coloro che fumano sigarette tradizionali si mettessero a fumare sigarette senza tabacco (come chiama l’oncologo Umberto Veronesi le sigarette elettroniche) si potrebbero salvare almeno 30 mila vite all’anno in Italia e 500 milioni nel mondo. È quanto sostiene Veronesi dopo uno studio pilota su e-cig e salute condotto dall’Istituto europeo di oncologia (Ieo) e in base alle poche ricerche sulla sigaretta senza tabacco. In effetti, il cancro al polmone dipende da componenti che ha il fumo tradizionale e che con la soluzione elettronica sembrano non esistere. Anche qui ci vorrebbero studi su tanti fumatori e per più anni.
4 Ma non c’è un rischio per i giovani?
Vero. Il principale motivo di apprensione è che i giovani non fumatori comincino con la sigaretta senza tabacco per poi passare a quelle vere. C’è poi un aspetto che non riguarda la salute: nei primi tre mesi di vendita in Italia, nonostante l’aumento del prezzo dei prodotti legati al tabacco, il monopolio ha perso sui 200 milioni di tasse. Il che significa che si sono comprate meno sigarette tradizionali. Tant’è che, a parte il divieto di vendita ai minori, si è intervenuti con una tassa del 58% su tutte le componenti la sigaretta elettronica (svapatore) e sui liquidi-ricarica. Partirà da gennaio. Un po’ troppo in effetti. Si ipotizza una forte contrazione del mercato (costerebbero meno le sigarette tradizionali) dopo il boom di negozi aperti e di personale assunto. E il rischio dello sviluppo di un mercato parallelo, di contrabbando, con prodotti e liquidi sicuramente non garantiti.