Beppe Severgnini, Corriere della Sera 10/11/2013, 10 novembre 2013
IO, KAFKA E LE LEGGI IN UFFICIO OBBLIGATO A RIUNIRMI CON ME
Ho tenuto una riunione con me stesso. Il verbale di verifica dell’attuazione delle misure di prevenzione e protezione (n° 02/13), certifica che presso lo studio «Severgnini Giuseppe» si sono riuniti il dr Severgnini Giuseppe, titolare, e il dr Severgnini Giuseppe, R.s.s.p. (Responsabile dell’attuazione delle misure di prevenzione e protezione). Severgnini Giuseppe, gestore dell’emergenza, nell’occasione non è stato convocato.
Questa piccola folla individuale lavora in uno studio luminoso, affacciato sulla piazza del Duomo di Crema. Un edificio di famiglia, ristrutturato otto anni fa, con molto amore e altrettanta spesa. Mentre scrivo guardo i ragazzi che sbucano dal Torrazzo, le famiglie che scelgono il gelato, gli agricoltori che parlano d’affari sotto i portici (queste erano orgogliose terre di Venezia). È l’Italia che gli stranieri sognano e noi, qua e là, conserviamo.
Ho una sola dipendente, ma nel fine settimana è assente. Si chiama Jeanne (rappresentante sindacale di se stessa, addetta al primo soccorso e all’antincendio). Quindi, voi penserete, in ufficio siete in due. Sbagliato: siamo in tre. Perché Franz Kafka è quotidianamente con noi. In spirito, almeno. Lo scrittore di Praga raccontava lo smarrimento davanti alla macchina della burocrazia austroungarica; ma quella italiana e repubblicana, se s’impegna, non è da meno.
Il sistema che dobbiamo affrontare è complesso; le norme da rispettare sono numerose, in mutazione vertiginosa e perpetua. Nonostante l’aiuto retribuito di commercialisti, legali, agenzie, consulenti del lavoro e consulenti per la sicurezza c’è sempre il timore di aver dimenticato qualcosa.
Limitiamoci alla salute e alla sicurezza negli ambienti di lavoro: un percorso a ostacoli di dichiarazioni, ispezioni, corsi di aggiornamento che rilasciano attestati colorati. Abbiamo in dotazione più estintori (da ispezionare regolarmente) di un autodromo; dobbiamo valutare più rischi di un paracadutista. Rischi prevenzione delle fasi lavorative, rischi di natura infortunistica, rischi di natura igienico-ambientale, rischi di natura trasversale, rischi in merito alle differenze di genere e culturali, rischi macchine attrezzi e impianti, rischio rumore. Anche se l’unico davvero fastidioso proviene da un flautista che si piazza sotto la finestra e suona «Giochi proibiti» dalle tre alle otto di sera.
E le norme?
D.Lgs. 81/2008 del 09 aprile (Testo Unico) sulla sicurezza del lavoro
D.Lgs. 04/12/1992 n° 475 e allegati Direttiva CEE 89/686 «Dispositivi di protezione individuale»
D.Lgs. 24/07/1996 n°459 - regolamento per l’attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/68/CEE (riavvicinamento delle legislazioni Stati membri relative alle macchine)
D.Lgs. 25/11/1996 n°645 - recepimento direttiva 92/85/CEE (miglioramento sicurezza e salute su luogo di lavoro di lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento)
D.Lgs. 151/01 (Testo Unico) Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno alla maternità/paternità a norma della Legge 08/03/2000 n°53
D.P.R. 462 22 ottobre 2001 protezione scariche atmosferiche
Decreto n. 37 del 22 gennaio 2008
D.P.R. 12/01/1998 n°37 - regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi a prevenzione incendi
D.M 10/03/1998 - criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza
D.Lgs. 04/08/1999 n°359 - «attuazione della direttiva 95/63/CE che modifica la direttiva 89/655/CEE relativa ai requisiti minimi di sicurezza e di salute per l’uso di attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori»
D.Lgs. 17 agosto 1999 n°334 - attuazione della direttiva 96/82/CEE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose
Molte di queste norme — lo avete capito — discendono da obblighi europei. In genere, una buona cosa: in molti settori la Ue ha svegliato il pigro legislatore italiano e ci obbliga a comportamenti civili. Ma noi ci abbiamo messo la complicazione, la moltiplicazione, la sovrapposizione, i numeri, i controlli, gli enti, le autorizzazioni e i certificati, miracolosamente moltiplicati come i pani e pesci evangelici (meno necessari, però).
Non ho dubbi. Le norme italiane sulla salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro, come molte altre leggi, nascono da buone intenzioni. Create per ostacolare i disonesti, però, finiscono per esasperare gli onesti. Mentre i disonesti, com’è noto, se ne fregano, e tirano avanti impuniti.