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 2013  novembre 10 Domenica calendario

NASCE NEL DESERTO LA CITTÀ DEL FUTURO SENZA PIÙ PETROLIO


La città del futuro ti appare all’improvviso, quasi un miraggio, fra le dune di sabbia. Si esce, dopo 17 chilometri, dall’autostrada che dal centro di Abu Dhabi porta all’aeroporto internazionale dell’Emirato, una lingua di asfalto che sembra girare intorno al nulla. Ed ecco Masdar City, la «Citta Sorgente».
È il primo nucleo di città ecosostenibile, a impatto ambientale zero, totalmente alimentata da energia solare ed eolica, 98% dei rifiuti riciclati. Un centro urbano progettato dall’archistar Norman Foster su un’area di sette chilometri quadrati che a regime, entro 15 anni, ospiterà 40 mila abitanti, 1.500 imprese e darà lavoro ogni giorno ad altri 50 mila pendolari. Oggi è un work in progress di nuove tecnologie per l’energia, l’edilizia, il riciclaggio, la mobilità e lo smaltimento dei rifiuti. Sì, perché gli sceicchi del petrolio pensano già a quando greggio e gas scarseggeranno anche nella penisola arabica. Vogliono poter dire la loro pure nei prossimi decenni e sul futuro puntano enormi masse di denaro.
Un progetto grandioso, quello che si sta realizzando nel deserto: 22 miliardi di dollari di investimenti, stanziati dalla compagnia elettrica Masdar, a sua volta controllata dal fondo sovrano Mubadala, ma al quale partecipano multinazionali come Siemens, Mitsubishi e General Electric. C’è il Mit di Boston, partner del Masdar Institute of Science e Technology, polo universitario dedicato allo studio e alla ricerca delle energie rinnovabili e primo nucleo vitale della città del futuro. Presto arriverà l’Irena, l’agenzia internazionale per le energie rinnovabili e sostenibili.
Rispetto alla ricca e opulenta Abu Dhabi fondata sul petrolio, con i suoi dispendiosi e vertiginosi grattacieli, con i «mall» traboccanti di merci preziose, l’insediamento disegnato da Foster si presenta come un insieme di edifici di pochi piani, su una piattaforma rialzata di meno di otto metri, al cui interno sono collocati i servizi tecnologici e i mezzi di trasporto.
Masdar è orientata secondo una maglia ruotata di 45 gradi, lungo gli assi Nord-Est e Sud-Ovest, per sfruttare la ventilazione naturale e rinfrescare in maniera bioclimatica il clima arido del deserto e garantire il massimo ombreggiamento delle facciate. In questo modo si minimizza l’esposizione solare degli edifici e si mantengono aree aperte in ombra grazie a un’opportuna distanza fra i palazzi.
La prima cosa che si nota, prima di varcare l’ingresso di Masdar, è l’immensa area, che un effetto ottico fa sembrare un enorme lago, della centrale fotovoltaica: 21 ettari di pannelli solari in grado di produrre 10 megawatt di energia elettrica. I tetti delle abitazioni sono integrati con pannelli solari, mentre gigantesche strutture a forma di ombrello, dotate di cellule fotovoltaiche, sono dislocate su tutti gli spazi pubblici. Queste strutture durante il giorno sono aperte sulla piazza, assorbono il calore e la luce solare e allo stesso tempo offrono spazi ombreggiati dove ripararsi dal sole cocente. La sera, invece, si richiudono su se stesse per dar vita a grandi boccioli luminosi.
L’interno del primo nucleo già realizzato ruota intorno al Masdar Institute. L’insediamento comprende aule, laboratori di ricerca, una grande e avveniristica biblioteca e abitazioni. Ma anche palestre, self service, ristoranti, supermercati, negozi, pub, bar e il primo market biologico di Abu Dhabi. Foster ha disegnato un reticolo di strade strette e di edifici con tanto di cortile interno, dalle facciate ondulate che richiamano le dune del deserto, e che riprendono e reinterpretano l’edilizia tradizionale araba. Le finestre non sono mai esposte al sole diretto, ma sono sistemate in maniera tale che entri più luce possibile. E poi porticati, aree verdi, specchi d’acqua (di recupero), con l’obiettivo di sfruttare i moti convettivi dell’aria e mantenere temperature più basse.
Il tutto coadiuvato dalla grande torre del vento che svetta al centro della piazza principale. Alta 45 metri, è una sorta di ciminiera triangolare che si restringe alla sommità sino a 3,8 metri ed è in grado di catturare l’aria calda, a 40 gradi, e di convogliarla in basso, a livello stradale, dopo aver abbattuto la temperatura di 10 gradi.
Per produrre energia pulita è stata progettata dal New York Design Studio Atelier la centrale eolica Windstalk: 1.200 pali in fibra di carbonio alti circa 55 metri che generano energia quando sono mossi dal vento. Impianti di desalinizzazione utilizzano l’acqua delle falde sotterranee per renderla potabile.
A Masdar City si gira a piedi o in bicicletta. Per spostamenti più impegnativi è previsto il sistema Personal Rapid Transit: navette pubbliche da 4 posti prive di conducente, a emissioni zero, che si muovono su magneti posti a intervalli regolari, dove il passeggero può impostare la destinazione da raggiungere.
A regime le navette saranno 2.500 e copriranno un reticolo di 150 mila itinerari al giorno. Masdar City sarà collegata all’aeroporto e ad Abu Dhabi con una metropolitana ad alta velocità, il Light Rail Transit.