Valentina Ceriani, Libero 9/11/2013, 9 novembre 2013
GIALLO MILANO – [HERMÈS CEDE AL COLORE MENEGHINO NEI SUOI 600 MQ REGNO DEL PRÊT-À-PORTER PER LA CAMICIA SU MISURA]
Per gentile concessione di Monsieur pubblichiamo l’articolo di Valentina Ceriani (uscito sul numero di novembre in edicola) sulla nuova boutique di Hermès in via Montenapoleone a Milano, inaugurata lo scorso 14 ottobre.
Una vetrina su Milano. Di più, una vetrina internazionale. Ancora meglio: un angolo di Parigi nel «salotto» meneghino. Accento francese con quell’inflessione di italianità che dà vita a un linguaggio cui diventa difficile resistere. Mette tutti d’accordo sul suo fascino. La bellezza non si discute, perché qui non è più una questione di gusti personali. È bellezza, punto e basta. Non può sfuggire né agli occhi di chi è avvezzo a coglierla, né a quelli di chi è meno allenato. Così per 26 anni l’istinto ci ha abituati a voltare lo sguardo su quell’angolo di eccellenza tra via Sant’Andrea e via della Spiga. Perché è lì che ha abitato il mondo Hermès. Ma qualcosa è cambiato. E lo si era già capito qualche mese fa quando il civico 12 di via Montenapoleone si era colorato di arancione. Non uno qualsiasi, ma quella particolare sfumatura che identifica la Maison dell’H. Lavori in corso, dunque. È bastato poco che i rumors di zona svelassero il mistero: «Sì, qui arriverà Hermès». Il negozio è stato inaugurato il 14 ottobre. Seicento metri quadrati di pura eccellenza. Qualcuno lo definisce lusso, ma a noi piace chiamarla art de vivre. Sì, alla francese. Perché Hermès è questo.
Si alza il sipario e si scopre che l’arancione ha ceduto il passo a un colore tanto insolito per la Ville Lumière quanto familiare per Milano: il giallo. Ma non uno qualsiasi, bensì il giallo Milano. Che ha colorato dalle case ai tram, alle biciclette, agli angoli più insoliti, fin nei dettagli, che ha camminato a braccetto con l’architettura della città, dandole quel sapore tutto meneghino sospeso tra arte, cultura e storia (...).
«Abbiamo scelto Montenapoleone perché prima di tutto ci siamo innamorati del posto; degli spazi e del volume del negozio», spiega Francesca di Carrobio, amministratore delegato di Hermès Italia. «È stato amore a prima vista. Eravamo molto legati all’angolo di via Sant’Andrea con via della Spiga per cui solo un colpo di fulmine ci avrebbe fatto cambiare location ». E si direbbe, dunque, che Montenapoleone 12 ha fatto breccia nel cuore di Hermès (...). «Avevamo la necessità di ingrandirci per avere più spazio dove esporre le collezioni in modo più ampio e approfondito. Milano è una vetrina importante per noi, una delle prime città d’Europa, dinamica, con una clientela molto raffinata e d’élite. Quindi cerchiamo di avere sempre elementi particolari e speciali prima degli altri negozi», continua Francesca di Carrobio. La selezione, dunque, è rigorosissima, all’insegna dell’universo Hermès che è composto da 16 mestieri, presentati tutti nello stesso spazio: «Dal prêt-à-porter donna a quello uomo, dalle calzature ai guanti, ai cappelli, agli accessoires-bijoux, cioè i gioielli in cuoio e gli smalti, ai gioielli in oro e argento, la piccola pelletteria, le borse, la seta, profumi, orologi, art de la table, per esempio, porcellane, art de vivre, come teli mare, svuotatasche, l’arredamento, comprese carte da parati e tessuti, e il nuovo mestiere petit h, riciclo degli scarti di lavorazione delle materie prime per dar vita a oggetti unici(...).
Strizza l’occhio alle personalizzazioni Hermès: per una cravatta o per un carré a esempio può essere ideato un disegno particolare o un’etichetta mon message ricamata, sulla copertina in cuoio dell’agenda Cahier Ulysse si possono imprimere le iniziali o qualsiasi altra parola. E ancora, per alcuni modelli di borsa, come la Kelly, la Birkin e la Bolide, o la Sac à dépeches da uomo, il cliente può scegliere un colore diverso di pellame e di cuciture, di far imprimere le iniziali e aggiungere delle zip interne (...). Dal 2014, inoltre, la nuova boutique di via Montenapoleone diventerà il regno della personalizzazione del prêt-àporter. L’uomo potrà farsi realizzare la propria camicia su misura, scegliendo direttamente tra le sete e le fantasie dei carré. (...)direttore artistico è Pierre-Alexis Dumas, e per gennaio 2014 è nell’aria un altro cambiamento, Axel Dumas diventerà presidente di Hermès, sostituendo Patrick Thomas, che ha affiancato in qualità di copresidente. La Maison cresce e la storia continua a dimostrazione che «Volere è potere!». E il successo è dietro l’angolo. Pardon, ora è in via Montenapoleone 12.