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 2013  novembre 09 Sabato calendario

TELECOM, BLACKROCK DOPPIA TELEFONICA


Il convertendo Telecom è andato esaurito già giovedì, la sera stessa in cui il cda ha deliberato l’emissione, lasciandosi alle spalle, oltre all’indiscusso successo di mercato, uno strascico di polemiche e forse qualche rischio di contenzioso. Dall’offerta infatti non sono rimasti tagliati fuori solo i piccoli azionisti, che rappresentano il 20% del capitale, ma anche Findim, che col suo 5% "qualificato" era titolato a parteciparvi. Marco Fossati, che non sedendo nel board non godeva di informazioni di prima mano, ha chiamato le banche ieri mattina per sottoscrivere una quota e sentirsi rispondere che non era rimasto più neanche un taglio. E ora Findim, che a termine si vedrà diluire del 12-14%, sta valutando come tutelarsi.
Ma anche Telefonica non è riuscita a proteggere per intero la sua partecipazione, che oggi sfiora il 15%. Gli spagnoli si sono aggiudicati infatti obbligazioni, che tra tre anni si trasformeranno in azioni, per 103 milioni (l’8% del totale), contando probabilmente sulle ipotesi della vigilia che prevedevano di allocare i due terzi dell’importo alla parte convertibile in ordinarie e un terzo alle risparmio. Così non è andata, perchè di bond convertendo in azioni senza diritti di voto non ne è stato emesso neppure uno, e tutto l’importo – 1,3 miliardi – è andato sulle ordinarie. Di conseguenza, se non farà altri acquisti sul secondario, anche la quota di Telefonica tra tre anni risulterà limata dalla conversione.
Altra sorpresa è che Blackrock ha "doppiato" Telefonica, aggiudicandosi titoli per 200 milioni. L’offerta era riservata solo agli istituzionali europei, salvo eccezioni. Eccezione che, in questo caso, è stata sollecitata dallo stesso investitore Usa che recentemente si è voluto segnalare nel capitale azionario, superando la soglia di rilevanza del 5%. Socio fedele e convinto, evidentemente.
Il bond è stato piazzato al prezzo iniziale di conversione di 68,01 centesimi ad azione, che rappresenta il prezzo minimo, con un prezzo massimo di conversione, a premio del 22,5%, di 83,31 centesimi. Considerata la cedola annua, fissata al 6,125%, il prezzo "vero" di acquisto a termine risulta compreso tra 54 e 66 centesimi. Alle condizioni fissate – il collocamento è stato curato da Morgan Stanley, JP Morgan e Bnp-Paribas – la domanda è stata pari a quasi tre volte l’offerta, a riprova del fatto che la scommessa è stata giudicata conveniente. Gli aggiustamenti tecnici legati alle coperture del convertendo giustificano solo in parte lo scrollone delle azioni Telecom, che in Borsa hanno ceduto il 5,56% a 0,68 euro, seguendo il -4,26% del giorno prima che invece nulla dovrebbe avere a che fare con l’emissione.
A Sanpaolo ha perso terreno in Borsa anche Tim Brasil, scesa del 7% sulle dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa a Milano dall’ad Telecom Marco Patuano. «La domanda – ha detto – non è se con la salita di Telefonica in Telco noi saremo costretti a vendere Tim Brasil, ma se Telefonica può salire in Telco se non la vendiamo: e la risposta è no. Per noi il Brasile resta strategico, ci vorrebbero ottime motivazioni per cambiare strategia». Aver ribadito questo, ha fatto notare l’ad, è la miglior risposta a chi mette in dubbio l’indipendenza del board. Il 20 dicembre si terrà l’assemblea chiesta da Findim per valutare la revoca del consiglio (e anche, in sede straordinaria, per la rinuncia del diritto d’opzione legata al convertendo). «Il nostro cda ha un’attenzione maniacale al tema dell’indipendenza – ha osservato Patuano – comunque è lecito che un azionista possa chiedere un confronto in assemblea. Quanto alle proposte lanciate da Fossati, che sono il vero tema, sono solo contento che la nostra visione industriale sia molto più convergente che divergente».