Vito Lops, Il Sole 24 Ore 9/11/2013, 9 novembre 2013
«TAPERING» PIÙ VICINO, TASSI IN RISALITA
Mercati senza pause. Dopo aver a malapena digerito lo shock del taglio dei tassi di giovedì (e soprattutto il mancato annuncio di un piano Ltro che gli investitori attendevano entro il primo trimestre del 2014) gli operatori hanno dovuto fare i conti con il downgrade sul debito francese. Standard and Poor’s ha abbassato il giudizio sul debito di Parigi da "AA+" ad "AA". Per l’agenzia di rating statunitense i margini di manovra del Paese sul fronte fiscale sono ormai praticamente inesistenti e le misure varate negli ultimi mesi non riescono a ridurre il livello, record, della disoccupazione. Questa notizia ha innescato un po’ di nervosismo sui bond dell’Europa "core". Ma non ha scalfito i mercati più di tanto. Il market mover di giornata è stato il dato sull’occupazione negli Stati Uniti. Nel mese di ottobre sono stati creati 204mila posti di lavoro, contro i 120mila attesi, mentre il tasso di disoccupazione è salito dal 7,2 al 7,3%, meno del 7,4% previsto. Il dato è stato ritenuto da alcuni analisti ancor più significativo visto che includeva l’effetto "shutdown" (chiusura delle attività del governo federale).
I mercati hanno impiegato pochi secondi a metabolizzare il dato. Dopo le 14.30 (ora dell’annuncio) i rendimenti dei bond governativi statunitensi si sono impennati, trascinando a ruota in particolare quelli di Canada, Regno Unito e Germania. Ma le vendite hanno colpito tutti, dalla Danimarca al Portogallo. A fine giornata i Treasury a 10 anni hanno chiuso su un rendimento del 2,74% (14 punti base in più dell’apertura, o il 5,8% in più). I tassi dei Gilt britannici sono saliti del 3,9% a quota 2,76% mentre il Bund tedesco viaggia sempre 100 punti base sotto il "rifugio" statunitense: ieri non è stato risparmiato dalle vendite con il rendimento che è salito del 2,8% a quota 1,75%. Lettera anche sugli Oat francesi, freschi di downgrade, con tassi in rialzo a quota 2,22% (+3,25%). Quanto al BTp decennale il tasso è cresciuto di 5 punti base ma, in virtù di una crescita ancora superiore del rendimento del Bund, lo spread tra i due si è ridotto - anche se solo di un punto base - fino a 239 punti, tre punti in più dello spread Spagna/Germania.
Ma come mai dopo il dato del lavoro Usa sono partite le vendite sui bond "core"? La lettura sincrona dei grafici parla chiaro. «I mercati hanno cambiato rotta. Se fino alle 14.29 di ieri scontavano l’inizio del tapering (piano di riduzione degli stimoli monetari, ndr) nella prossima primavera, adesso i tempi si sono accorciati. Il tapering potrebbe essere varato anche a gennaio - spiega Francesca Cerminara, responsabile bond e valute di Zenit sgr -. Per questo in assenza di forti controindicazioni è ipotizzabile vedere ritornare nelle prossime settimane il rendimento dei Treasury decennali al 3%, quello che avevano toccato in estate dopo le prime voci sul tapering».
Il 24-25 gennaio avrà luogo l’ultima riunione del Fomc (il consiglio operativo della Federal Reserve) presieduta da Ben Bernanke che da febbraio lascerà il posto a Janet Yellen in sella alla Fed. Ma tra gli operatori c’è anche chi azzarda un "tapering di Natale", ovvero nella riunione del 17-18 dicembre. In ogni caso si sono visti movimenti anche sul mercato valutario con forte volatilità sull’euro che dopo essersi riportato oltre quota 1,34 dollari ha frenato a 1,335.
Quanto alle Borse europee, hanno recuperato nel finale di seduta grazie al buon andamento di Wall Street che non ha risentito a differenza dell’obbligazionario dei timori su uno stop alla "droga monetaria". Il Ftse Mib chiuso in maglia rosa in Europa (+0,52%). Bene in particolare Ansaldo Sts (+5,4%) che si è riaccesa sulle speculazioni per il futuro dopo che l’ad di Finmeccanica Alessandro Pansa ha sottolineato l’esigenza di trovare una soluzione per la partecipata e per Ansaldo Breda. Bene anche Enel (+3,58%) con il mercato che ha apprezzato l’accelerazione della società sulla riduzione del debito. Male, invece, Finmeccanica (-5,9%) a causa del taglio degli obiettivi sul margine operativo lordo e Telecom (-5,56%) che ieri ha presentato il nuovo piano industriale.
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