Giuseppe Calvi, La Gazzetta dello Sport 10/11/2013, 10 novembre 2013
DI FRANCESCO: SENSI MI HA CAMBIATO LA VITA
Roma resta il suo paradiso calcistico. Della Roma continuerà a essere innamorato pazzo. Eusebio Di Francesco torna all’Olimpico, lo stadio dei suoi sogni, e non si nasconde affatto. «Devo tantissimo a questa città e alla tifoseria giallorossa. Ho vissuto annate straordinarie. La Roma mi prese, per scelta di Perinetti e Zeman, e mi offrì un’occasione irripetibile. Sarò grato per sempre alla famiglia Sensi per l’affetto che continua a dimostrarmi. Ecco perché incrociare da avversario la Roma mi fa un certo effetto, provoca emozioni speciali, anche se l’ho già affrontata due anni fa con il Lecce. Ci svegliammo tardi, nella ripresa. Della Roma resterò un simpatizzante: e dalla prossima settimana dovrà tornare a vincere…».
Da giocatore, quattro stagioni e uno scudetto, con 129 presenze e 16 gol segnati. Poi da team-manager un’altra avventura al fianco di Totti.
«Aggiungiamo 12 presenze in Nazionale e una rete all’Olimpico nell’amichevole contro le All Stars. Roma mi ha fatto sentire importante. Ero un riferimento per i Sensi e sono orgoglioso di aver ricevuto la visita della signora Maria, nel giorno della finale col Verona per la promozione in B del mio Pescara. Rosella Sensi e Angela Fioravanti mi hanno telefonato dopo la conquista della A con il Sassuolo».
Non ci sarà il suo amico Totti. Il Sassuolo potrebbe fare l’impresa contro la Roma?
«Mancando Francesco, la Roma perde in imprevedibilità. Ma Garcia ha creato un mix eccezionale e sa modificare l’assetto tattico. Lavora pure in funzione degli avversari: Garcia si è rivelato subito un perfetto italiano».
Il 4-3-3 del francese è molto diverso da quello di Zeman?
«Sì. La sua Roma ragiona di più. Con Zeman si badava più al gioco offensivo, la squadra era più spregiudicata».
Pensa di alzare le barricate per arginare la Roma?
«Mai punterò solo sulla difesa. Certo, Garcia ha un centrocampo nettamente superiore a tutte le avversarie. E mi meraviglia sempre più De Rossi. E’ l’anima della romanità: ragazzo fantastico, è sempre pronto a sacrificarsi per i compagni».
A proposito di centrocampo, quello di Garcia è superiore anche a Di Francesco-Di Biagio-Tommasi?
«Bella domanda! Noi avevamo altre qualità, caratteristiche diverse. Formavamo un reparto efficace».
Già evitato Totti , chi preferirebbe non affrontare tra i giocatori della Roma?
«De Rossi a parte, Pjanic, cresciuto tanto con Garcia».
Una scoppola contro l’Inter, poi il pareggio a Napoli: ora il Sassuolo ha capito come deve opporsi alle «grandi»?
«Dopo il k.o. con l’Inter abbiamo reagito alla grande. Bella prova a Genova, ora non dobbiamo mollare. La Roma è da scudetto e sfruttare il vantaggio di non avere impegni internazionali».
Di Francesco sulla panchina della Roma, gratis per un anno: accetterebbe la sfida?
«Non è un problema di soldi. Piuttosto, mai nella mia vita mi sono proposto per lavorare».