Grazia Longo, La Stampa 9/11/2013, 9 novembre 2013
DOPO LE BABY SQUILLO ORA SPUNTANO ANCHE I MINI GIGOLÒ
Non solo baby squillo, ma anche baby gigolò. L’inchiesta sulla prostituzione minorile nella Roma bene assomiglia ogni giorno di più a un inferno dantesco dove ogni girone precipita in un altro, verso un abisso sempre più inquietante. Le indagini della procura e dei carabinieri del Nucleo investigativo della Capitale si stanno concentrando sul coinvolgimento di altri adolescenti che si vendevano come le due amiche di 14 e 15 anni, con la protezione e la complicità della madre della più piccola e di quattro uomini in un appartamento di via Parioli 190.
In un contesto peraltro di «gruppo», di orge vere e proprie. E non si tratterebbe solo di ragazzine. All’attenzione degli inquirenti anche un giro di giovanissimi pronti a concedersi a mature signore. Del resto, già uno degli sfruttatori, Mirko Ieni, 38 anni, difeso dall’avvocato Filippo Andreoli, negando di sapere che le due baby squillo fossero minorenni, aveva dichiarato: «Anche io mi prostituivo. Era una complicità amichevole fra tutti quanti». Ma un conto è la prostituzione di un adulto, un’altra quella di un minore. Ed è proprio quest’ultimo aspetto a rendere le indagini, in questa fase, particolarmente delicate.
Non finisce qui. A macchia d’olio si allarga anche la ricerca e l’identificazione dei clienti delle due ragazzine. Tra i dieci indagati, più grave è la posizione di tre (due hanno 41 anni, l’altro 49) per i quali i carabinieri avevano suggerito l’arresto negato al momento dalla Procura. Ma i clienti sono assai più numerosi. Anche a loro è rivolta l’attività del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del pm Cristiana Macchiusi.
Le intercettazioni dei carabinieri guidati dal colonnello Lorenzo Sabatino rivelano un mondo di sesso a pagamento dove c’è posto per tutti e per tutto. Compresa la gelosia di prostitute adulte che pativano le rivali in erba. Nella conversazione del 3 ottobre tra Mirko Ieni e S.C., quest’ultima si lamenta di essere trascurata a favore delle due ragazzine. Tanto da infuriarsi con Ieni e sollecitarlo per un aiuto: «Dopo non mi rompere il c... che non ci stanno i soldi - gli dice - io già c’ho pochi contatti... vedi da fammi fa’ almeno un altro o due puliti che me li devo portare a casa». Mirko replica spiegando che le due «stronze» gli fanno guadagnare «600 euro al giorno, non so’ pochi eh...» e aggiunge di essere pronto a coinvolgere altre ragazze, «due stronze c’è l’ho, se vuoi rimedio pure un’altra stronza, eh». E se Piergiorgio Micalizzi e Agostino Mazzeo, difensori di un altro arrestato, Riccardo Sbarra, escludono «categoricamente che l’incendio all’auto del nostro assistito sia un gesto di ritorsione, la sua posizione sarà ridimensionata», non si può non sobbalzare di fronte agli Sms di altri clienti, con richieste di prestazioni sessuali inverosimili e irripetibili.
La minorenne più grande si dimostra la più forte delle due e rischia di essere a sua volta accusata di induzione alla prostituzione nei confronti della quattordicenne. Di sicuro era la più «sveglia». Il 18 ottobre scorso è intercettata con l’altra al telefono. Si è accorta di essere pedinata dai carabinieri: «Oh, ci stanno i carabinieri qui fuori... Mo’ mi sa che se ne so’ andati, però boh... Calcola mi hanno visto a me». L’amica è preoccupata: «Ma che c... stai a di’? No, vabbè frate’ io me do». Ma la quindicenne non vuole farle lasciare l’appartamento: «No, no, non uscì da là aspetta, aspetta mo’ li sto a cerca’ un attimo. Aspetta eh, intanto io cammino, faccio la vaga. Mo’ chiamo Mimmi (Ieni, ndr)....».
La quindicenne, attualmente in una comunità alloggio, in passato è stata seguita dai servizi sociali. In un certificato medico del 28 febbraio scorso si evince «un disturbo della condotta», mentre in una relazione neuropsichiatrica del 16 luglio emerge «un disturbo provocatorio oppositivo». E ora si scava sul coinvolgimento di altri minori.