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 2013  novembre 08 Venerdì calendario

DE BENEDETTI E PASSERA INDAGATI PER L’AMIANTO


I numeri, fortunatamente, non sono quelli della Eternit di Casale Monferrato. Ma il procuratore della Repubblica di Ivrea, Giuseppe Ferrando, parla già di 21 casi di carcinoma con 15 decessi accertati. E per Ivrea (Torino) il lascito dell’Olivetti comincia a diventare pesante. Perché morti e malati, secondo l’inchiesta della Procura, sono la conseguenza della presenza di amianto negli stabilimenti Olivetti di San Bernardo, Scarmagno e Strambino, tutti nell’Eporediese.
Per il momento gli indagati, con l’accusa di omicidio colposo e lesioni plurime, sono una ventina. Tra loro anche Carlo De Benedetti, presidente dell’Olivetti tra il 1978 e il ’96, e Corrado Passera, amministratore delegato dal ’92 al ’96. I primi decessi risalgono al 2003, ma inizialmente nessuno aveva collegato malattie e morti alla presenza dell’amianto. E ora è prevedibile che gli ex dipendenti Olivetti cerchino controlli più mirati e accurati. In ogni caso una prima sentenza di condanna era già stata emessa contro Ottorino Beltrami, amministratore delegato Olivetti sino al 1978. Sentenza da cui emerge che i vertici aziendali erano a conoscenza della presenza dell’amianto e, tuttavia, non avevano predisposto interventi adeguati per ridurre il rischio. Ma Beltrami è scomparso di recente e la vicenda processuale nei suoi confronti è terminata.
Quanto ai nuovi indagati, De Benedetti, in una nota, assicura che l’Olivetti «ha sempre prestato attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con misure adeguate alle normative e alle conoscenze scientifiche dell’epoca». Gli stabilimenti, in effetti, sono stati costruiti prima dell’arrivo a Ivrea dell’Ingegnere. Ma Ferrando contesta il fatto che le strutture non siano state adeguate successivamente. «Non va dimenticato – aggiunge Roberto Rosso (Pdl) – che già nel ’43 la Germania aveva stabilito un nesso diretto tra l’amianto e il cancro al polmone. E nel ’92 l’Italia, con enorme ritardo, aveva vietato produzione e lavorazione dell’amianto».
La polemica, d’altronde, era inevitabile. Soprattutto dopo il recupero del ricordo di Adriano Olivetti, l’imprenditore che aveva realizzato uffici e fabbriche "a misura d’uomo", con luce e spazi adeguati. Adriano, però, non era mai piaciuto alla Cgil e ora Federico Bellomo, segretario della Fiom torinese, critica proprio gli ex dipendenti Olivetti che si stupiscono della situazione, dopo aver avuto della propria azienda «una visione quasi di bolla di vetro perfetta», mentre invece, a suo avviso, «l’Olivetti era una fabbrica che mirava a fare profitto e nella quale sono probabilmente potute accadere anche vicende, già conosciute per altri ambiti, dovute forse a mancati controlli».
Paolo Vitelli, industriale torinese e deputato di Scelta Civica, confida «nella serietà industriale di De Benedetti», ma aggiunge che l’amianto è un problema grave e ancora molto diffuso nelle fabbriche di tutta Italia, «un problema che deve essere affrontato con la massima serietà e rapidità non appena emergano dubbi in proposito».
Intanto a risolvere parte dei problemi, a Ivrea ed in tutto il Canavese, ha provveduto la fine di molte delle attività industriali. Fabbriche e uffici sono stati abbandonati o riconvertiti.Alcuni sono anche utilizzati dalla comunità esoterica di Damanhur, sorta proprio nelle valli del Canavese.