Fulvio Fiano; Rinaldo Frignani, Corriere della Sera 8/11/2013, 8 novembre 2013
LA MADRE DELLA RAGAZZINA CHE SI PROSTITUIVA «CI SERVONO I SOLDI, NON LAVORI OGGI?»
Né ignara, né preoccupata. Si aggrava la posizione della mamma della più piccola delle due adolescenti coinvolte nel giro di prostituzione ai Parioli. Le conversazioni intercettate sul telefono della figlia chiariscono che non solo la donna era consapevole dell’attività svolta dalla ragazza ma anzi la spronava a lavorare di più.
Mamma: «Senti un po’... ma tu che fai? Non te movi oggi?».
Figlia: «No mà, perché sto male e... già ho detto...».
M: «E come facciamo?... Perché io sto a corto, dobbiamo recupera’...».
F: «Eh, mo’ vedo che posso fà... comunque pure se, eh... comincio tardi... cioè oggi ma veramente sto male... domani dopo scuola si vede, dai...».
M: «Ma ce la facciamo a recuperarla sta settimana?».
F: «Ma come no, a voglia...».
Ma sui soldi portati a casa dalla ragazza le intercettazioni raccontano un’altra verità. Non solo necessità, ma spese voluttuarie. Come i biglietti di uno spettacolo, 45 euro l’uno, che la mamma invita la figlia a ritirare appena ha i contanti.
M: «Sei arrivata?».
F: «Sì sì, sto qua...».
M: «Ah, senti volevo dire una cosa: per il biglietto... il discorso è questo: visto che... io non c’avevo... se tu ci puoi passare lì glie dici... perché non disponevo dei soldi quindi non sapevo...».
F: «Prendo sia il tuo che il mio...».
E più che preoccupata che la figlia sacrifichi lo studio al lavoro, la mamma teme il contrario, che la figlia sottragga tempo ai clienti per fare i compiti.
M: «...mi ha chiamato la tua professoressa di latino... voleva sapere perché non stai andando... gli ho detto che non si sente bene ... mi ha detto: pensa che domani verrà a scuola? Allora tu che cosa hai intenzione di fare? Dimmelo perché se no... ci prendiamo in giro... andiamo dagli insegnanti e glielo diciamo...».
F: «Ma io voglio andarci a scuola... è solo che non c’ho tempo per fare i compiti...».
M: «E va bè, il tempo si trova Marià per fare i compiti...».
F: «Ma quando mamma?».
M: «Quando esci da scuola torni a casa... due tre ore studi... e...».
F: «Dopo non ce la faccio ad andare da Mimmi (Ieni, uno dei presunti sfruttatori che metteva a disposizione l’appartamento, la ragazza dunque lo nominava alla madre, ndr ) non ce la faccio se studio perché dopo sono stanca...».
M: «Allora devi fare una scelta... puoi alternare i giorni... qui una soluzione bisogna trovarla... rifletti bene su questo aspetto della scuola... se no... ti ritiro...».
F: «Non mi puoi ritirare mamma non c’ho 16 anni... ci voglio andare... però non voglio andarci senza aver fatto i compiti...».
M: «E allora fai una cosa scusami... allora c’è la possibilità di stare a scuola, studiare due ore così stai già là...».
La donna è stata arrestata assieme ad altre quattro persone. Una di loro, Michael Mario De Quattro, commerciante, è accusato di aver prodotto materiale pedopornografico per aver filmato rapporti sessuali con una delle due giovani ricattandola poi con la richiesta di 1.500 euro per non diffondere il video. «Non ho mai fatto foto o registrazioni — nega il trentenne ora in carcere e colto da malore durante l’interrogatorio —, non sapevo che la ragazza fosse minorenne, io sono andato solo con una maggiorenne che si chiamava Rubi e l’ho pagata. Non mi sono presentato come investigatore privato, facevo parte della protezione civile. Dopo il rapporto ho accompagnato un’altra ragazza che mi ha detto che era costretta a prostituirsi».
Ma è proprio dalla pista della pedofilia che prende nuova linfa l’indagine. Una ventina di clienti è stata identificata e indagata, sequestrati computer e materiale informatico. Il sospetto è che le minorenni, che avrebbero cominciato a prostituirsi almeno dall’inverno scorso, siano state sfruttate anche per produrre filmini pornografici, o in pose sexy. A più riprese alcuni degli arrestati le avrebbero spinte a farsi riprendere in video e foto. Per chi? C’era qualcuno che pagava? L’ombra di pedofili fra i clienti delle baby squillo non fa escludere misure più gravi dell’iscrizione sul registro degli indagati, compreso l’arresto. Il riserbo è massimo. Ma proprio ieri è trapelato che martedì notte, in via Giovanni Antonelli, nel cuore dei Parioli, un incendio doloso ha distrutto una Bmw X6 bianca non lontano dalla casa a luci rosse di viale Parioli frequentata dalle minorenni. Una punizione, un avvertimento, forse qualcosa di più nei confronti di uno degli arrestati dell’operazione Ninfa: il commercialista Riccardo Sbarra, 36 anni, accusato di induzione alla prostituzione, rapporti sessuali con minori in cambio di soldi e favoreggiamento della prostituzione minorile producendo materiale pedopornografico. Emerge anche che la più grande delle ragazze, 15 e 16 anni (appena compiuti entrambe), è indagata dalla procura dei minorenni per spaccio di stupefacenti per aver dato droga all’amica e rischia l’accusa di induzione alla prostituzione per averla tirata dentro al meccanismo di incontri a pagamento con adulti. Un giro molto più ampio e strutturato, del quale facevano parte, usando lo stesso appartamento, anche prostitute maggiorenni.
Fulvio Fiano
Rinaldo Frignani