Paolo Siepi, ItaliaOggi 8/11/2013, 8 novembre 2013
PERISCOPIO
Il consiglio di sicurezza dell’Onu invierà osservatori internazionali alle primarie del Pd. Jena. La Stampa.
Renzi non ci vede chiaro: cosa avrà fatto De Blasio, il nuovo sindaco di New York, a controllare tutte quelle tessere? Maurizio Crippa. Il Foglio.
Non c’è paragone possibile fra la vita che conducono oggi i fi gli di Berlusconi, invidiati e invidiabili dalla stragrande maggioranza dei fi gli d’Italia, e quel che capitò nell’Europa di Hitler ai fi gli di Israele. Lo dovrebbe sapere, più di molti altri il Cavaliere, che sul rapporto privilegiato con gli ebrei costruì le alleanze internazionali dei suoi governi. Franco Bechis. Libero.
È dal 13 agosto che Napolitano non vede l’ora di dare la grazia a Berlusconi, gli spiega come fare, lo prega almeno di chiedergliela, poi basta che sconti un giorno di servizi sociali ed è fatta. Intanto, la maggioranza di larghe intese, ma soprattutto di lunghe attese, ha trasformato il voto sulla decadenza in una telenovela talmente noiosa e a tratti odiosa (vedi il cambio delle regole sul voto palese) che qualcuno potrebbe fi nanco scambiarlo per un perseguitato politico. Marco Travaglio. Il Fatto.
Così impara, Guido Barilla, a dire le sue stronzate. L’abbiamo massacrato di polemiche, l’abbiamo trascinato in un vortice di riunioni, obbligato a inginocchiarsi pubblicamente, gli abbiamo fatto sorbire il nuovo «Diversity & Inclusion Board» composto, tra gli altri, da David Mixner, un americano dei nostri che gliele canterà ben bene. Abbiamo costretto la Barilla a partecipare al Corporate Equality Index, affi nché vengano valutate e misurate le nuove politiche a favore dei dipendenti gay, bisessuali, lesbiche o transgender; dopodiché, abbiamo fatto ricevere Guido Barilla, così ridotto, dalla presidente Boldrini. E non fi nirà, fi nché non sforneranno le deliziose merendine del «Culino bianco». Andrea Marcernaro. Il Foglio.
Molti esponenti del Pd, che fino a poco tempo fa erano bersaniani, stanno salendo sul carro di Renzi. D’altra parte, Renzi è l’unico che può far vincere il centrosinistra. L’Italia è un paese di centrodestra, che perde solo quando il centrodestra si divide. Il Pd e Vendola, da soli, non possono vincere. Renzi invece appartiene a un’area che può attrarre tanti elettori, non solo a sinistra. Agazio Loiero, governatore Pd della Regione Calabria dal 2005 al 2010. Il Fatto.
«Ha ragione allora Buttafuoco che dice che lei ha mollato la vera comicità per l’antiberlusconismo! ». «Chi è Buttafuoco»? Colloquio fra Goffredo Buccini e l’attore Checco Zalone. Corsera.
A differenza di quanto avvenuto, in anni passati, in Germania con la grande coalizione, la nostra, per ora, pare una grande coalizione fra debolezze che si sostengono a vicenda e fi niscono per sommarsi. Guido Roberto Vitale, banchiere d’affari. Il Foglio.
Non aspiro a nessun ruolo particolare in Rcs. Sono un outsider e sono entrato come azionista perché penso che il valore delle mie quote possa salire. Ma non voglio entrare in alcun patto, né consiglio di amministrazione. Se qualcuno mi chiede un consiglio, lo do. E se non me lo chiedono, lo do lo stesso. Urbano Cairo, editore de La7 e azionista Rcs. Il Fatto.
D’Alema, che si annoiava terribilmente a fare il direttore de l’Unità, passava le giornate al computer di Rondolino a giocare a videogiochi (Tetris e un altro gioco di guerra). Se ne appassionava a tal punto che talvolta Rondolino, rientrato in redazione, doveva attendere la conclusione della partita per poter scrivere il pezzo. Giuseppe Salvaggiulo, Il Peggiore: Ascesa e caduta di Massimo D’Alema e della sinistra italiana. Chiarelettere.
Saluzzo si pensa come una capitale, lo fu del resto per secoli. C’è ancora la reggia rinascimentale dei marchesi, la città alta è uno dei posti più belli d’Italia, quindi del mondo. La chiamano la Siena del Nord: non si sente provincia di Cuneo, semmai è Cuneo provincia di Saluzzo. Città di nomi illustri o comunque famosi, Giovanni Battista Bodoni e Flavio Briatore («Ma lui è di Verzuolo!», dicono gli assessori in coro, la giunta è di sinistra), Silvio Pellico, l’olimpionico Damilano, ricordato da una statua a Scarnafi gi, e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa «che alla sua stessa vita eroicamente antepose l’amore per la legalità» com’è scritto sui muri del Comune. Aldo Cazzullo. Corsera.
Ruyard Kipling usava block notes prodotti esclusivamente per lui con una carta speciale. Lord Byron scrisse una parte di Don Juan sul retro delle bollette; J.R.R. Tolkien scrisse Il Signore degli Anelli sul retro dei compiti dei suoi studenti. Ian Sansom, L’odore della carta. Tea.
Per capire la radicalità della rivoluzione operata da Michelangelo, bisogna confrontare la volta della Cappella Sistina con gli affreschi che, trent’anni prima, Papa Sisto IV della Rovere aveva fatto affrescare dai massimi pittori dell’epoca: da Ghirlandaio, da Perugino, da Botticelli, da Luca Signorelli. Il visitatore che guarda prima gli affreschi della volta e poi quelli delle pareti, avrà l’impressione che fra gli uni e gli altri non ci siano trenta ma trecento anni di distanza. Antonio Paolucci. Direttore dei musei Vaticani. L’Osservatore romano.
Le uniche cose vive, animalmente vive, che erano rimaste nel villaggio, erano i gatti. Non più oche, cani, galline, vacche, ma solo gatti. Gatti grossi e scontrosi che vagavano fra le macerie delle case a caccia di topi. I topi non facevano parte del villaggio ma facevano parte della Russia, della terra, della steppa: erano dappertutto. C’erano topi nel caposaldo del tenente Sarpi scavato nel gesso. Quando si dormiva, venivano sotto le coperte al caldo con noi. I topi! Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve. Einaudi.
Un tipo si mette a strappare e sparpagliare un pezzo di carta in piazza Duomo. Un poliziotto si avvicina e gli chiede perché lo sta facendo. L’uomo gli risponde che lo sta facendo per far fuggire gli elefanti. Il poliziotto obietta che non ci sono elefanti in piazza. A quel punto l’uomo esclama trionfante: «Allora vede che funziona?». M.A. Ouaknin, D. Rotnemer, Così giovane e già ebreo. A cura di Moni Ovadia. Piemme.
La cialtroneria non si crea né si distrugge, si può solo distribuire. Andrea Ballarini, Fenomenologia del cialtrone. Laterza.
La propaganda ci fa dire quello che non pensiamo, sperando di ottenere quello che vogliamo. Roberto Gervaso. Il Messaggero.