Andrea Montanari, MilanoFinanza 8/11/2013, 8 novembre 2013
I PM INDAGANO SU RCS SPORT
È appropriazione indebita il reato per il quale la Procura di Milano ha aperto il fascicolo sul caso Rcs Sport, la controllata del gruppo editoriale di via Rizzoli al centro di un audit aziendale relativo ad ammanchi importanti di cassa e di un successivo esposto presentato dall’azienda stessa che si ritiene parte lesa.
A coordinare le indagini, alle quale lavorerà la Guardia di Finanza, è il procuratore aggiunto Francesco Greco coadiuvato dal pm Adriano Scudieri e, secondo quanto si apprende da fonti vicine al palazzo di giustizia, ci sarebbero già tre indagati per la vicenda che da un paio di mesi sta mettendo in subbuglio i piani alti di Rcs e tutto il mondo sportivo professionistico (Rcs Sport organizza tra gli altri eventi anche il Giro d’Italia di ciclismo, oltre alle classiche come la Milano-Sanremo, la Tirreno-Adriatico e il Giro di Lombardia) e amatoriale. L’attenzione degli inquirenti si è concentrata in particolare sulle transazioni sospette tra la società e alcune aziende e associazioni collegate. E, come già riferito più volte da MF-Milano Finanza, l’ammanco individuato dai vertici del gruppo editoriale sarebbe di almeno 13 milioni. Anche se non è da escludere che il buco possa avere dimensioni ancora più rilevanti, visto che il comitato audit interno di Rcs sta prendendo in esame le gestioni degli ultimi anni. E che la controllata specializzata in manifestazioni sportive fosse una vera gallina dalle uova d’oro, con tanto di cash flow milionari prodotti ogni anno e dividendi garantiti costantemente alla casa madre, lo dimostrano i numeri di bilancio: un’escalation che ha fatto balzare i ricavi dai 30,7 milioni del 2009 ai 49,8 milioni dello scorso anni, con un mol salito da 6,58 a 9,9 milioni e un utile salito da 2,4 a 3 milioni. Insomma, un’azienda più che sana e solida e dalle casse sempre piene. E proprio a queste disponibilità molto probabilmente avrebbero attinto quei manager finiti ora nel mirino di Greco e Scudieri. Sui nomi degli indagati al momento c’è il massimo riserbo.
Va comunque detto che il gruppo editoriale proprio nelle ultime settimane aveva definito un vero e proprio repulisti in Rcs Sport: dapprima era stato allontanato il direttore amministrativo, Laura Bertinotti, poi erano stati sospesi in via cautelare il top manager Giacomo Catano e il direttore operativo Michele Acquarone, colui che gestisce il Giro d’Italia, e poi si era dimesso il presidente Flavio Biondi. Ora è tutto gestito in tandem dal responsabile della concessionaria di pubblicità, Raimondo Zanaboni, e da cfo del gruppo, Riccardo Taranto.
Sempre ieri si è appreso che i pm stanno facendo accertamenti sull’esposto presentato dall’Ordine nazionale dei Giornalisti in merito all’acquisizione di Recoletos che Rcs completò diversi anni fa per 1,1 miliardi. Gli inquirenti hanno sentito anche i membri del cdr del Corriere della Sera che da mesi con i comunicati sindacali avevano riportato d’attualità l’operazione e chiesto lumi all’azienda. Mentre sulla vendita degli immobili di Via San Marco e Via Solferino al fondo Blackstone per 120 milioni che ha portato allo sciopero della Gazzetta dello Sport e a dure note sindacali del CorSera, nei giorni scorsi l’ad di Rcs Pietro Scott Jovane è stato sentito in Consob. Su quest’ultima cessione si è espresso anche John Elkann, presidente di Fiat, primo socio (20,55%) del gruppo editoriale: «C’è un consiglio di amministrazione che ha deliberato in merito e noi come azionisti siamo rispettosi di quello che hanno decido gli organi della società. Non è nel nostro modo di essere interferire su questo tipo di decisioni».