Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 08 Venerdì calendario

L’IRLANDA ESCE DAL PIANO DI AIUTI


Con il superamento dell’ultima revisione della Troika l’Irlanda si prepara a essere il primo Paese dell’Eurozona a uscire dal piano di aiuti da 67,5 miliardi di euro durato tre anni. «È un giorno importante, che molti pensavano, e qualcuno temeva, non sarebbe mai arrivato. Dopo essere stati esclusi dai mercati finanziari per tre anni, ora abbiamo con successo posto le premesse per uscire dal programma di aiuti il prossimo 15 dicembre e ritornare a raccogliere denaro sui mercati finanziari», ha annunciato ieri il ministro delle Finanze irlandese, Michael Noonan. Tuttavia, il governo di Dublino non ha ancora deciso se richiedere una linea di credito precauzionale per agevolare il ritorno sui mercati. Una misura definita «utile» dal presidente della Bce, Mario Draghi, che ha però sottolineato come Dublino abbia ancora del lavoro da fare per mettere a posto il settore bancario. Il via libera della Troika (Ue, Bce, Fmi) per l’erogazione dell’ultima tranche di aiuti dimostra che Dublino ha raggiunto i target sul taglio del deficit di bilancio e ha fatto progressi nella ristrutturazione del settore bancario che sei anni fa ha portato al collasso del comparto immobiliare del Paese. La popolazione ha però dovuto affrontare enormi sacrifici e per ora la crescita latita. Le ultime stime della Commissione Ue vedono nel 2014 un pil in aumento del’1,7%, troppo poco per abbassare la disoccupazione a livelli accettabili (l’anno prossimo sarà al 12,3%). Disoccupazione che sarebbe molto più elevata se gli irlandesi non avessero ripreso la vecchia abitudine di emigrare in massa. Il premier Enda Kenny ha detto che con l’uscita dal piano di aiuti «si capirà che tutte le misure adottate facevano parte di un processo di cui ora vediamo la fine, tutto avrà un senso».