Marco Valsania, Il Sole 24 Ore 8/11/2013, 8 novembre 2013
CRESCITA DEL BUSINESS E FINE DEL LOCK-UP LE MAGGIORI INCOGNITE
Il titolo si è subito impennato, battendo nettamente la tipica accoglienza riservata alle matricole di Borsa con un rialzo triplo rispetto alla media dell’anno. Ma non ha eclissato le punte estreme, quegli aumenti superiori al 100% messi a segno nel 2013 già da sei società, un record dal Duemila, e che fanno temere bolle speculative in agguato.
Per il titolo di Twitter, però, le sfide sono appena cominciate con il primo giorno di contrattazioni: all’orizzonte si stagliano le incognite della crescita del business e quelle di un prezzo che nei prossimi mesi dovrà fare i conti con l’arrivo di altri milioni di titoli sotto il simbolo TWTR. Il tutto, ora che è società quotata, sotto lo scrutinio attento del mercato.
Twitter ha collocato solo 70 milioni di titoli (80,5 con un overallotment), il 13% dei 545 milioni che l’azienda ha indicato di avere all’indomani dell’Ipo tra azioni vendute e soggette al cosiddetto lock-up. Vale a dire in mano a insider aziendali che non le possono cedere per almeno tre mesi. Ma questa situazione è destinata a cambiare: il lock-up dei titoli comincia a scadere a febbraio, con almeno dieci milioni di azioni in mano a dipendenti con incarichi non esecutivi. Il resto si sbloccherà a maggio. Proprio queste scadenze generarono pressioni sui titoli di altri social media, da Facebook a Groupon. Non basta: Twitter ha altri titoli in arrivo: pacchetti di azioni e opzioni con restrizioni, utilizzati per remunerare dipendenti, che portano la somma in circolazione a 705 milioni stando a SunTrust. E il totale, aggiunge Wedbush Securities, dovrebbe salire almeno a 723 milioni nel 2015 con probabili emissioni di nuove azioni.
La missione di Twitter, davanti alla prevista pioggia di azioni e alle loro valutazioni, dovrà così essere sempre più la crescita degli utenti e della capacità di monetizzarli, anzitutto attraverso la pubblicità che rappresenta quasi il 90% dei ricavi. Bernstein calcola che Twitter avrà 570 milioni di utenti entro il 2018, più che raddoppiati rispetto a oggi. Pur sempre lontani, tuttavia, dagli 1,2 miliardi già vantati da Facebook. La crescita degli utenti, inoltre, quest’anno ha frenato il passo, al 6% nel terzo trimestre da 10% del primo. E nel 2013 l’azienda ha raddoppiato il fatturato come anche le perdite. Twitter risponde agli scettici facendo leva su alcuni vantaggi: il suo «network effect», la qualità degli utenti e del dibattito che avviano, la può rendere appetibile per gli inserzionisti. La sua piattaforma, inoltre, è adatta alla frontiera «mobile» in forte sviluppo: oltre il 70% delle entrate e degli utenti del gruppo di microblogging sono oggi legati a smartphone e tablet. Sarà qui la chiave per il futuro di Twitter, anche in Borsa.