Valeria Pacelli, Il Fatto Quotidiano 8/11/2013, 8 novembre 2013
STUDI DUE ORE E TI PROSTITUISCI DOPO, ALTRIMENTI VIA DA SCUOLA
Allora rifletti bene su questo aspetto della scuola per cortesia... perché se no è inutile che... io ti ritiro”. La risposta: “Non mi puoi ritirare mamma non c’ho (ancora, ndr) 16 anni, non lo puoi fare”. Fanno venire i brividi quelle conversazioni tra madre e figlia finite agli atti dell’inchiesta sulle due minorenni che in una stanza dei Parioli incontravano i loro clienti. Chi parla al telefono è Emanuela (nome di fantasia), di appena 15 anni. Dall’altra parte della cornetta, la madre arrestata perché, secondo l’accusa, avrebbe indotto la figlia a prostituirsi.
I MAGISTRATI romani che indagano sul caso infatti sono convinti che la donna non poteva non sapere, anche se la figlia - sentita dai pm lo scorso 28 ottobre - l’ha sempre difesa: “Mamma non chiedeva, ma io cercavo di aiutarla. Quando le davo i soldi li prendeva anche se pensava non fosse giusto”. Ma è dalle intercettazioni che si capisce il ruolo della madre. La conversazione è dell’11 ottobre.
Madre: Allora... mi ha chiamato la tua professoressa di latino (...) voleva sapere perché non stai andando... Gli ho detto: guardi che non si sente bene. (...) Ha detto no, a noi interessa che la ragazza venga a scuola perché con il programma andiamo avanti, vorrei parlare con lei... e risiamo alle solite... Mi ha detto: pensa che domani verrà a scuola? Allora tu che cosa hai intenzione di fare? Dimmelo perché se no andiamo lì... ci prendiamo in giro ... andiamo dagli insegnanti e glielo diciamo.
Figlia: Ma io voglio andarci a scuola... è solo che non c’ho tempo per fare i compiti.
M: Vabbè, il tempo si trova per fare i compiti.
F: Ma quando si trova mamma?
M: Quando esci da scuola torni a casa... due ore studi... tre ore...
F: Non ce la faccio se studio prima.
M: Allora non sai studià (...) Io studiavo la sera, qual è il problema? Devi trovare un modo per organizzarti.
F: Non ce la faccio perché dopo che ho studiato sono stanca.
M: Allora devi fare una scelta... puoi alternare i giorni... Qui una soluzione bisogna trovarla perché non è che... allora rifletti bene su questo aspetto della scuola per cortesia. Perché se no è inutile che... io ti ritiro e...
F: Non mi puoi ritirare mamma non c’ho 16 anni, non lo puoi fare.
M: Apposto, allora ce devi andà fino a che non...
F: Mamma ci voglio andare, però non voglio andarci senza aver fatto i compiti.
Poi la madre si sarebbe proposta di aiutare la figlia a studiare per due ore al giorno, per poi andare al “lavoro”. Altra conversazione finita agli atti, risale al 7 ottobre scorso.
Madre: Senti un po’... ma tu che fai? Non te movi oggi?
Figlia: No ma’ perché sto male.
M: E come facciamo? Perché io...
F: Certificato medico.
M: Eh, lo so me... l’ho chiamata.
F: I compiti... eh, appunto.
M: E come facciamo perché io sto a corto? Dobbiamo recuperà.
F: Eh, domani vedo che posso fà... comunque pure se... comincio tardi, cioè oggi ma’, veramente sto male.
M: no no, bè che c’entra.. certo, ma che sta a scherzà? Assolutamente...
F: Domani dopo scuola si vede.
M: Ma ce la facciamo a recuperarla sta settimana?
F: Ma come no, avoja.