Danilo Taino, Sette 8/11/2013, 8 novembre 2013
QUELLA APP VERAMENTE DA SOGNO
Piccola finestra sul futuro. Hunter Lee Soik, 31 anni, nato in Corea ma adottato da una coppia del Wisconsin quando non aveva ancora tre anni, da buon americano vede che attorno a lui è esploso il Big Data, il fenomeno che grazie alle nuove tecnologie raccoglie miliardi di dati, li elabora e li usa per fare business, politica, musica, cucina… quello che volete. Ha però notato che ci sono dati invisibili: che sarebbe interessantissimo conoscere ma che nessuno cattura e quindi svaniscono nel nulla. Per esempio, i sogni. Gran parte delle persone dorme per un terzo della propria vita ma quello che succede in quei due o tre decenni non viene registrato. Un campo sterminato da perlustrare: pare che il 95% dei sogni venga dimenticato se non lo si annota subito.
Ha dunque deciso di lanciare Shadow, una app finalizzata – dice – a creare il più grande database di sogni del pianeta. Sarà disponibile da dicembre. Si tratta di una sveglia un po’ più sofisticata di quelle comuni. Una volta scaricata l’app sullo smartphone e regolata l’ora a cui volete essere chiamati, il meccanismo vi sveglierà con suoni incrementali, in modo da non interrompere i vostri sogni all’improvviso. Una volta che avete aperto gli occhi e toccate il telefono, parte un sistema di registrazione che vi chiede di raccontare il sogno, a voce o per iscritto. Se non lo ricordate, vi aiuta con alcune domande. A quel punto potete decidere di tenere la registrazione per voi oppure condividerla in Shadow. Via via che passa il tempo, l’applicazione personalizza il modo di funzionare sulla base delle vostre abitudini.
Risultati incrociati. Soik ha lanciato Shadow in maggio: in un mese 250mila persone si sono interessate all’operazione e 30mila hanno accettato di essere i primi a sottoporsi al “salva sogni”: poi, chi vorrà potrà scaricare l’app gratuita. L’obiettivo è raccogliere i sogni e organizzarli. Che differenza c’è tra chi sogna a Roma, a New York, a Pechino? Quante volte ricorre il sesso, Paese per Paese? Dove si sogna di più di possedere una Ferrari rossa? Come sogna un calciatore? E un politico italiano rispetto a uno tedesco? In più, i risultati potranno essere incrociati con elementi che li hanno influenzati, personali o esterni come la qualità della vita o i fatti di cronaca. E si potrà in teoria verificare come i sogni stessi influenzino la nostra giornata. Un giorno, grazie al Big Data del sonno, si arriverà forse a “costruire” il sogno perfetto. Il problema rimarrà la realtà.