Francesca Musacchio, Il Tempo 8/11/2013, 8 novembre 2013
I CONTATTI DI PRIEBKE IN VATICANO E SPUNTA LA BENEDIZIONE DEL PAPA
Erick Priebke aveva un rapporto con il Vaticano e ci sarebbero dei documenti che lo provano. L’ex ufficiale delle Ss, secondo il suo legale Paolo Giachini, «era in contatto con la chiesa» attraverso uno scambio epistolare e non solo. In una lettera del 17 ottobre 1998 indirizzata ad Anna Maria Canacci, parente di una delle vittime delle Fosse Ardeatine, che gli aveva concesso il suo perdono e la sua amicizia, Priebke avrebbe scritto: «Ho ricevuto pure la visita del nostro vescovo di Bariloche che è venuto a Roma per la sua annuale visita al Papa. È un buon amico di noi altri (riferendosi alla sua famiglia che vive in Argentina, ndr) e dal primo giorno della mia prigionia sta al nostro lato».
Un po’ di tempo prima, infatti, proprio il vescovo argentino sarebbe andato a trovare l’ex ufficiale delle Ss nell’abitazione in cui era ristretto ai domiciliari. Circostanza questa confermata anche dal legale dell’ex nazista che, parlando con Il Tempo, dice di ricordare «la grande emozione di Priebke già ottantasettenne nell’incontrare l’alto prelato. Si vergognava anche un po’ - aggiunge Giachini- per avere perso la fluidità con lo spagnolo». In seguito a questa visita, però, Priebke avrebbe scritto anche al cardinal Ruini. Con un’ultima di queste lettere lo ringrazia dell’interessamento alla sua situazione. Inoltre, lo ringrazia per l’interessamento affinché un sacerdote andasse nel suo appartamento a celebrare messa. «Eminenza - si legge nella lettera della fine del 2003 - la ringrazio di tutto cuore per l’interessamento mostrato perché io possa assistere di persona alla Santa messa e non, come da diversi anni oramai avviene, esclusivamente attraverso la televisone». In quel momento, il Tribunale militare di sorveglianza non aveva ancora deciso le nuove prescrizioni detentive, che sarebbero poi state prese nell’udienza del gennaio 2004. Nel corso della lettera, a questo proprosito, l’ex Ss avrebbe anche chiesto a Ruini un ulteriore favore: «Le sarei veramente grato se Lei volesse intercedere, rappresentando la mia aspirazione e i miei diritti religiosi al presidente (del tribunale, ndr) dottor Fabrizio Fabretti, affinché io possa avere il permesso di assitere alla santa messa il sabato o la domenica, anche in forma assolutamente discerta, ma in una chiesa». Permesso che darebbe stato concesso dal tribunale nell’udienza del 14 gennaio 2004.
«Queste lettere - commenta l’avvocato Giachini- dimostrano che sono state dette molte ipocrisie da parte della Curia che, per negare il funerale in chiesa, si è attaccata a scuse ipocrite. In queste missive è chiaro che lui era un fervente cattolico e che aveva un rapporto consolidato e profondo con la chiesa e con alti rappresentanti». Sempre nella lettera scritta a Ruini, infatti, Priebke avrebbe raccontato: «Anni fa chiesi il permesso di partecipare ad una funzione del Santo Padre, ma la partecipazione anche allora non fu possibile ed io ricevetti a conforto del diniego (del tribunale, ndr) una speciale benedizione per me e per mia moglie. Ciò che mi diede grande forza e coraggio».