Matteo Persivale, Style 7/11/2013, 7 novembre 2013
MARCO BIZZARRI
Marco Bizzarri, 51 anni, presidente e amministratore delegato di Bottega Veneta (gruppo Kering) dalla fine del 2008, ha gestito il marchio del «no logo» di superlusso (basta l’«intrecciato» di pelle su borse e accessori quale segno di riconoscimento) attraverso un periodo di «crisi che è cominciata quell’anno e non è mai passata del tutto, anche se il lusso ne è toccato marginalmente». Sempre Bizzarri è riuscito a mettere in archivio risultati straordinari (esempio: il 2012 chiuso con ricavi complessivi di 945,1 milioni di euro in crescita del 38,5 per cento rispetto ai 682,6 milioni dell’anno precedente, 664 nuove assunzioni nel 2012). Il direttore creativo Tomas Maier (che ha preso in mano il marchio nel 2001 quando era prossimo alla chiusura) ha determinato una linea di sobria eleganza ma qualità altissima che trova in Bizzarri l’alleato numero uno. Niente celebrity, niente eventi-mostre, coniugando il lusso dei materiali con la sobrietà dei modi. «Una linea che paga come posizionamento del marchio, come immagine e come fatturato» spiega Bizzarri dal suo ufficio nella nuova sede di Villa Schroeder-Da Porto, 55 mila metri quadrati a Montebello Vicentino, protetta dai Beni ambientali e restaurata a impatto zero. «Con Tomas ci sentiamo una volta alla settimana, ci vediamo quando è necessario, ma con lui è tutto facile perché ha voglia di avere successo senza intaccare il brand. Ci capiamo al volo. E quando dice “no” è un “no” sempre motivato e razionale». Così l’apertura della maison di via Sant’Andrea 15 a Milano, la prima nel mondo dove è presente tutta la produzione del marchio, «segue il percorso che vogliamo mantenere: espansione nei mercati emergenti è una cosa, ma l’Italia è la terra d’origine e il centro del nostro artigianato. La prima maison non poteva non essere qui». La prossima? Bizzarri rivela a Style che aprirà a New York.