Fausto Biloslavo, Panorama 7/11/2013, 7 novembre 2013
EMIRATO ISLAMICO D’INGHILTERRA
Ronde islamiche nei sobborghi di Londra, scuole che invitano le alunne a usare il velo, detenuti musulmani che obbligano gli altri a non cucinare carne di maiale, università infiltrate dalle associazioni estremiste in nome di Allah... La Gran Bretagna rischia di trasformarsi in un «nastro trasportatore» del radicalismo islamico, come lo ha definito il premier David Cameron, annunciando un’inchiesta sugli atenei, sulle prigioni, sulle organizzazioni caritatevoli musulmane e su internet, terreno fertile per l’estremismo.
Il 18 ottobre, Jordan Horner, un giovane inglese convertito all’Islam con il nome di Jamal Uddin, si è dichiarato colpevole degli assalti delle ronde islamiche a East London, sobborgo della capitale, lo scorso gennaio. Assieme ad altri estremisti, fermava i passanti intimando di non bere alcol oppure minacciava gli omosessuali e le donne vestite in maniera non conforme all’Islam.
Le ronde islamiche sono tornate d’attualità a fine ottobre, quando la polizia ha diffuso il video del brutale pestaggio di uno studente americano di origini italiane, Francesco Hounye, avvenuto il 17 giugno, sempre a East London. Hounye stava bevendo una birra ed è stato assalito da una gang non ancora identificata. La vicenda risulta controversa, ma il sospetto è che si tratti dell’ennesimo episodio di intolleranza islamica. Secondo Majid Nawaz, analista della fondazione Quilliam, che lotta contro l’estremismo, il fenomeno delle pattuglie musulmane «può diventare ben più pericoloso con il rientro dei combattenti inglesi (della guerra santa) in Siria».
A settembre è esplosa la polemica sulle norme di abbigliamento previste dalle scuole islamiche in Gran Bretagna. Sul sito dell’istituto femminile Madani di Londra è apparso l’annuncio che le alunne devono «rispettare il codice di abbigliamento islamico». Ragazzine di 11 anni portano una specie di burqa nero che le copre dalla testa ai piedi, lasciando libero solo il volto. La scuola precisa che «l’uso del velo è stato deciso con i genitori».
L’estremismo islamico è pericoloso soprattutto in carcere. A luglio un anonimo ospite della prigione di massima sicurezza di Long Lartin lo ha denunciato sul giornale del penitenziario: «La cucina è occupata al 90 per cento da musulmani, che hanno minacciato di accoltellarci se cuciniamo carne di maiale. Alcuni hanno subito pressioni per convenirsi all’Islam». Anche gli atenei inglesi sono infiltrati da associazioni studentesche islamiche radicali. La fondazione Quilliam punta il dito contro la Società islamica costituita nella cittadella universitaria del centro di Londra. I fondamentalisti sono riusciti addirittura a organizzare una conferenza con ingresso e posti separati per maschi e femmine, come i talebani. (Fausto Biloslavo)