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 2013  novembre 07 Giovedì calendario

RCS, SOCI NERVOSI SULLA CESSIONE DEGLI IMMOBILI


L’amministratore delegato Pietro Scott Jovane ha incassato il via libera del consiglio di amministrazione alla cessione per 120 milioni di euro del pacchetto immobiliare Via San Marco-Via Solferino al fondo Blackstone. Il sì è arrivato nonostante l’opposizione di due consiglieri, Piergaetano Marchetti e Attilio Guarnieri. Tuttavia nonostante l’ok del board alla vendita, resta alta la tensione attorno al progetto di valorizzazione dell’asset. Diversi azionisti sono pronti, e tra questi ci sarebbero tra gli altri Urbano Cairo e Pandette, non appena si presenterà l’occasione, a chiedere conto al management dell’operazione. Le domande che cercano risposta sono fondamentalmente tre: perché tutta questa urgenza considerato che nel piano di ristrutturazione il target di 250 milioni di dismissioni è fissato per fine 2014? L’accelerazione è da imputare a un oggettivo problema di cassa? 120 milioni per un immobile di pregio a Brera è davvero il massimo che si poteva ottenere?
Oltre a ciò il tema chiave è l’impatto che la valorizzazione avrà dal punto di vista del conto economico. Se la raccolta di mezzi freschi è un bene per Rcs, che nonostante il miliardo incassato recentemente tra rifinanziamento del debito e aumento di capitale ha bruciato buona parte delle risorse disponibili, dall’altro il pagamento di un affitto per i prossimi nove anni, stante un rendimento concordato con Blackstone pari al 7%, andrà evidentemente a incidere direttamente sulla marginalità del gruppo. Il rapporto tra ebitda e posizione finanziaria netta (che dovrà essere inferiore a 3,5 volte), peraltro, diventerà uno dei covenant chiave che Rcs dovrà rispettare a partire dal 2015. Certo, l’incasso andrà direttamente al rimborso del debito, l’immobile di Via San Marco-Via Solferino garantiva infatti oltre 120 milioni di esposizione, ma con quale risparmio sul fronte degli oneri? Anche questo è un tema che andrà chiarito. Nel mentre, i giornalisti di Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera restano apertamente contrari all’operazione. Il cdr del Corriere ha dipinto come «un atto folle» la decisione del cda assicurando che «continuerà a percorrere tutte le strade per promuovere un’azione di responsabilità nei confronti dei consiglieri che hanno approvato la delibera, senza escludere anche eventuali esposti alla magistratura». La Gazzetta dello Sport ha deciso due giorni di sciopero consecutivi.
Quanto alla reazione del mercato, dopo un primo balzo in Borsa, le azioni del gruppo editoriale hanno chiuso la seduta in discesa del 2,19% a 1,56 euro.
L. G.