Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 07 Giovedì calendario

BICICLETTA E PISCINA GLI SCACCHISTI SI ALLENANO PER LA SFIDA PIÙ ATTESA


Il match per il titolo mondiale tra il norvegese Carlsen e l’indiano Anand sta per iniziare. Tutto il mondo scacchistico è in grande aspettativa. Gli allibratori danno Carlsen vincente per 1 a 5, ciò significa che, puntando sulla sconfitta del norvegese, ci vogliono cinque dollari per guadagnarne uno. È molto raro che uno sfidante sia dato per favorito con un margine così alto. L’età del giovane pretendente al trono scacchistico (appena 22 anni, contro i 43 del campione in carica), e anche le forti motivazioni, non disgiunte da un connaturato killer instinct , giocano a suo favore. Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che i suoi 2.870 punti Elo contro i 2.775 dell’indiano qualificano nondimeno la sua, seppur teorica, superiorità.
Il match di dodici partite richiederà ai contendenti un considerevole dispendio di energie, e negli scacchi, come del resto in ogni attività umana, la forma fisica è di primaria importanza. Ricordo che quando, vent’anni fa, andai in Croazia a intervistare Kasparov, il quale si stava preparando alla sfida mondiale, restai sbalordito nel vederlo tutte le mattine in palestra, impegnato per ore in faticosi esercizi ginnici. Carlsen, quindi, ha dalla sua una riserva di energie che nel corso del match dovrebbero dargli un certo vantaggio, anche se ho l’impressione che corra il rischio di disperderle inutilmente. L’attenzione mondiale, infatti, sarà tutta su di lui; la grande voglia di vincere potrebbe consumarlo anzitempo, e i nervi potrebbero cedergli a un soffio dalla vittoria. Vishy, come viene chiamato dagli amici il compassato Wiswanathan Anand, campione in carica dal 2008, non sembra avere di questi problemi. A vederlo, non si direbbe che si scomponga più di tanto; si è allenato correndo, andando in bici e facendo lunghe nuotate in piscina a Bad Soden, in Germania, e dalle interviste rilasciate traspare tutta la sua calma, e forse anche una punta di fatalismo orientale: lui stesso, anni addietro, pronosticò che Carlsen, a quel tempo ancora bambino, sarebbe diventato prima o poi il campione del mondo. Che abbia già voglia di togliersi dalle spalle il pesante fardello della gloria? Ne dubito. A suo vantaggio resta sempre la maggiore esperienza nei match individuali, ma soprattutto l’ambiente: Anand gioca in casa, nella sua città, bene immunizzato dai vibrioni che invece preoccupano Carlsen, il quale si farà accompagnare da due cuochi norvegesi che cureranno personalmente i suoi pasti; quanto all’acqua, ci sarà di sicuro una scorta più che sufficiente di bottigliette sigillate. Resta il problema dell’acclimatazione: nonostante a Chennai sia pieno inverno, la temperatura oscillerà tra i trenta e i trentacinque gradi. Ad ogni buon conto, Carlsen, ha voluto inserire una clausola che prevede la sospensione temporanea del match in caso di malesseri o indisposizione. Resta sempre valida, quindi, la massima che recita: «Nessuno scacchista in buona salute ha mai perso una sola partita».
Ciò che andremo ad ammirare in questi venti giorni di sfida sarà un gioco a livelli mai visti prima. L’evoluzione degli scacchi ha raggiunto ormai altezze vertiginose. Basti pensare che Carlsen ha declinato l’offerta di Kasparov, il quale si rendeva disponibile a entrare nel suo team di allenatori, considerando la sua esperienza di gioco ormai obsoleta (gli scacchi non sono più un «paese per vecchi»). Si è riservato comunque di consultarlo per scoprire forse qualche debolezza caratteriale del suo avversario, poiché in questa sfida tra i due massimi esponenti sarà solo il fattore umano a spostare l’ago della bilancia. L’immagine che l’imminente scontro mi suggerisce è quella di un castello fortificato preso d’assalto da un immane esercito, ma, ahimé, la Storia ci insegna che nessun castello ha mai resistito a lungo all’attacco dei conquistatori. L’oggetto inamovibile sta per subire la spinta di una forza irresistibile, e il risultato sarà un’immane deflagrazione.
Per quel che mi riguarda, farò il tifo per Anand. Parteggio sempre per il più debole.