Massimiliano Peggio, La Stampa 7/11/2013, 7 novembre 2013
SCONTRO SU ERRI DE LUCA L’ADDIO DI CASELLI SCUOTE MAGISTRATURA DEMOCRATICA
Per Erri De Luca la giustizia è un’Euridice da inseguire fino all’inferno, un amore che la migliore gioventù degli Anni di Piombo era disposta a conquistare persino «imbracciando le armi». Per il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, la giustizia si nutre solo di tribunali e non di violenza. «Un valore assoluto senza se e senza ma».
È stata la rievocazione della «giustizia armata» della generazione rivoluzionaria, accolta come contributo culturale nell’agenda annuale edita da Magistratura Democratica, a convincere Caselli a lasciare la corrente progressista dei magistrati, di cui faceva parte fin dalla sua costituzione negli Anni Sessanta. Nell’agenda, dedicata quest’anno al tema «Diritti e Persone», destinata a molte scrivanie, ci sono altri 14 contributi, tra i quali quelli di Milena Gabanelli, Gianrico Carofiglio, Alessandro Bergonzoni. La decisione di Caselli è maturata un mese fa, con una lettera, dove ha raccolto il suo disaccordo sui pensieri di De Luca. Disaccordo cresciuto dopo le dichiarazioni dello scrittore in difesa della lotta No Tav in Val di Susa. Lo strappo, prima che diventasse pubblico, si è consumato nel privato per settimane, con i colleghi dell’esecutivo nazionale e le toghe torinesi. «La scelta di Giancarlo Caselli di lasciare Md- scrive oggi l’esecutivo - ci addolora profondamente. Giancarlo è una parte importante della storia del nostro gruppo e un uomo cui il Paese intero deve gratitudine per il coraggio, la rettitudine, il rigore e le straordinarie capacità che ha dimostrato in tutta la sua carriera di magistrato, anche in tempi in cui ciò costava, oltre che fatica e sacrificio, gravissimi rischi personali».
A schierarsi con Caselli c’è un altro storico magistrato, Armando Spataro, che però chiede a Caselli di ripensarci. «Sono rimasto allibito dalle parole di De Luca - scrive - Non sono iscritto a Md, ma se lo fossi non mi dimetterei: sarei incazzato nero e chiederei un’immediata convocazione di un’assemblea di Md per permettere a chi ha deciso quella pubblicazione di scusarsi di fronte a tutti».
I contributi letterari e la formula innovativa dell’agenda sono stati decisi dal comitato nazionale, dopo un input torinese. E adesso c’è chi parla di strappo generazionale. «Sono davvero dispiaciuto - spiega il giudice torinese Roberto Arata, membro del comitato esecutivo - Ma quando si fa un’iniziativa editoriale di questo tipo le persone contribuiscono gratuitamente con i loro scritti. La scelta è dettata dal prestigio culturale, e De Luca ha scritto pagine bellissime sul rapporto tra giudici e immigrazione. Nel momento in cui abbiamo ricevuto il suo contributo è scaturita una discussione. Lo pubblichiamo? Lo censuriamo? Alla fine è prevalsa la decisione di pubblicarlo con un commento». Così, in stampa, è comparsa la precisazione: «Alcuni passaggi si prestano a interpretazioni ambigue, che non vogliamo in alcun modo avallare». E oggi i vertici di Md aggiungono: «Siamo convinti che la scelta di Caselli non sia giustificata».