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 2013  novembre 06 Mercoledì calendario

IL GEMELLO DI DELL’UTRI GIOCA, PERDE E NON PAGA


Non ha saldato il conto del casinò e ora l’hotel di Las Vegas in cui alloggiava gli ha fatto causa, chiedendo la restituzione di 227.500 dollari (che equivalgono a circa 168.500 euro). Alberto Dell’Utri, fratello gemello dell’ex senatore Pdl, è stato citato in giudizio davanti alla nona sezione civile del Tribunale di Roma dalla società Desert Palace, che gestisce il Caesars Palace Hotel & Casinò, uno dei più grandi e conosciuti alberghi della città di Las Vegas.
Come molti altri casinò dello Stato del Nevada, anche il Caesars Palace, in possesso di una regolare licenza per l’esercizio del gioco d’azzardo, può fare credito ai clienti per giocare nelle proprie sale. Così il 15 luglio 2008, durante uno dei suoi abituali soggiorni nella capitale del gioco d’azzardo, Alberto Dell’Utri ottiene dall’hotel una linea di credito, fino a un limite massimo di 250 mila dollari. Ogni volta che decide di attingere da quel budget, deve sottoscrivere un titolo di credito (cosiddetto «marker»), paragonabile a un nostro assegno di conto corrente. In totale, durante il periodo in cui soggiorna a Las Vegas, arriva a sottoscrivere 10 markers, per un valore complessivo di 240 mila dollari (177.800 euro). Alla partenza, però, lascia la struttura senza restituire un centesimo di quel conto da capogiro.
La società Desert Palace chiede più volte a Dell’Utri la restituzione dell’intera somma di denaro. Il 3 aprile 2009, venendo a sapere che il gemello dell’ex senatore Pdl è tornato a Las Vegas e alloggia presso l’hotel e casinò «The Wynn», lo contatta telefonicamente. Lui risponde di essere intenzionato a pagare, ma non è in grado di dire quando. A fine aprile arrivano i primi (e ultimi) soldi. Dell’Utri versa 12.500 dollari presso la cassa del casinò del Caesars Palace. Il debito si riduce quindi a 227.500 dollari. Stanchi di aspettare, a giugno i gestori della struttura alberghiera segnalano il caso all’autorità giudiziaria penale, sezione assegni non pagati, e a luglio affidano l’incarico a una società specializzata nel recupero crediti, che a sua volta dà il mandato allo studio legale Lupoi.
Il sollecito del pagamento rimane senza risposta, così, il 19 marzo 2012 Dell’Utri viene citato in giudizio davanti al Tribunale civile di Roma. La società Desert Palace chiede la restituzione dei 227.500 dollari che mancano all’appello per saldare il conto e il pagamento degli interessi maturati a partire da aprile 2009, a un tasso annuo del 18%. La prossima udienza, per la precisazione delle conclusioni dei legali, è stata fissata per maggio.
«È vero, ho questo debito - ammette Alberto Dell’Utri - ma si tratta di una questione privata». La vicenda, in realtà, assume un rilievo particolare se si considera la stretta parentela con Marcello, l’ex senatore rimasto coinvolto nelle indagini della Procura di Roma sulla loggia P3. All’epoca saltarono all’occhio dei pm due «bonifici sospetti» emessi da Alberto (anche se non risultava indagato) a vantaggio del Wynn Resort di Las Vegas: il primo di 246 mila euro datato 17 settembre 2007; il secondo di 232 mila euro effettuato il 18 novembre dello stesso anno. Entrambi erano giustificati con un «saldo soggiorno», ritenuto dagli inquirenti inverosimile data la cifra. Alla luce di questa vicenda i sospetti sembrano venire a cadere. E i conti tornano.
Valeria Di Corrado