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 2013  novembre 06 Mercoledì calendario

PERISCOPIO


All’inizio di ogni mese, Saccomanni, puntualissimo, vede la ripresa. Jena. la Stampa.

Un quotidiano della capitale, in polemica con Annamaria Cancellieri, ha contato in 2.221 le persone «non raccomandate» morte nelle carceri della Repubblica. Intende sostenere che la giustizia avrebbe trionfato se fosse morta anche Giulia Ligresti? Giuliano Cazzola. Il Foglio.

Andai ad Hammamet il 16 maggio 1994, da Craxi che amava questo posto, gli era caro. Sarebbe stato vicino, diceva «a sciacalli, serpenti e qualche volpe, ma lontano dai conigli. Quelli, invece, sono in Italia». Antonello Caporali. Il Fatto.

Maroni vuol fare la macroregione del Nord, ma non andrà da nessuna parte. Doveva fare una catena umana da Torino a Venezia. Allora sì che avrebbe fatto tutte le macroregioni che voleva. Era un modo per parlare con la gente. Le cose non si possono fare a tavolino, ci vuole il contatto diretto con i cittadini, bisogna riuscire a scaldare gli animi. Umberto Bossi. la Stampa.

Secondo indiscrezioni, negli archivi dell’Nsa è custodita una recentissima chiamata fra Napolitano e Mancino: «Ueì guagliò, parlamm pure libberamente, tanto chilli strunz non ce pozzono spiare ’cchiù». «Vabbuò, ma pe’ scrupolo facimme l’accento svedese». Ma c’è anche una conversazione fra Berlusconi e una minorenne non identificata: «Ciao Katiuscia, sono il tuo bel Caimano: la Francesca e il Dudù mi tengono in ostaggio qui dentro da tre mesi, quando vieni a liberarmi?». Infine un dialogo fra Epifani e Letta jr. «Enrico, hai sentito? Obama ha spiato 35 leader mondiali». «Appunt, gugliò, l’ho detto pure ad Angelino: noi non siamo leader e non siamo mondiali, anzi, manco locali. Siamo in una botte di ferro». «Ah, già, è vero, non ci avevo pensato. Allora io torno a dormire». «Quasi quasi anch’io...». Marco Travaglio. Il Fatto.

Quella di Silvio Berlusconi è una tragedia umana, ma soprattutto una catastrofe politica imputabile al suo peggior nemico: Silvio Berlusconi. Il Cavaliere non percepisce la tragedia quotidiana del dover trascorrere le giornate con la Pascale e il cane Dudù, sotto lo sguardo pallato e vigile della capobadante Maria Rosaria Rossi. Berlusconi si è circondato di incapaci e non c’è distinzione tra falchi e colombe, Berlusconi ha fatto eleggere un’accolita di traditori, profittatrici, affaristi e dementi. Compresi i suoi avvocati che lo fregano. Lo schiacciano su inutili tatticismi alla ricerca del cavillo, impedendo così che la tragedia politica che sta vivendo giganteggi attorno a lui. Quella di Silvio Berlusconi è una tragedia umana, ma soprattutto una catastrofe politica imputabile al suo peggior nemico: Silvio Berlusconi. Vittorio Sgarbi. QN.

Io non sono né falco e né colomba nel Pdl, sono solo di proprietà di Berlusconi, quello che lui mi dice, io faccio. Ce ne vorrebbero altri due di Berlusconi. Siccome l’Italia è divisa tra nord, centro e sud, ci vorrebbe un Berlusconi al nord, uno al centro e uno al sud. Così, sicuramente, diventeremo la prima nazione al mondo, l’Italia diventerebbe il giardino del mondo. Se il Cavaliere mi chiedesse di far cadere il governo io sto con lui. E per Berlusconi sarei disposto anche morire, se serve per il bene del Paese. In che modo? Un infarto, in modo veloce. Antonio Razzi deputato Pdl a Un Giorno da Pecora, RadioRai.

Lo sviluppo del capitalismo è scaturito da un incredibile slancio vitale, un incredibile ardore religioso, dalla volontà di sapere, dalla fede nell’uomo, nel mondo, nel futuro, da una spinta verso l’alto, simbolizzata dalle guglie delle cattedrali. Poi, come ha annunciato da Nietzsche, Dio è morto. L’occidente ha perso la meta, la spinta vitale è diventata volontà di potenza e ha prodotto la Prima e la Seconda guerra mondiale. Francesco Alberoni. Il Giornale.

Già adesso sono numerosi gli individui che hanno superato senza apparenti danni le crisi sopraggiunte dal 1929 in poi, e vivono il presente seguitando serenamente a non lavorare, come un giovane. Bucchi. il Venerdì.

Il presidente francese Hollande è in caduta libera. Ha perso cinque punti di popolarità in un mese. Oggi poco più di un francese su cinque gli accorda la sua fiducia. Infatti Hollande è sempre più nervoso. Anche perché tutto gli è andato storto recentemente. Prima gli inglesi e poi gli americani gli hanno lasciato il cerino in mano nella guerra contro la Siria. Poi la vittoria della Merkel ha reso la Germania più forte e, conseguentemente, la Francia più debole. Lanfranco Pace. Il Foglio.

Entrata nella «stanza dei bottoni» (il Senato) nelle file dell’Italia dei valori, Franca Rame pensava di poter incidere in alcuni di quei temi che più le stavano a cuore come gli sprechi della pubblica amministrazione e l’inquinamento criminale di certe industrie. Il Senato invece si rivela in fretta per lei un luogo di tattici incontri. Prevedibili e non. Come quello con Marcello Dell’Utri che aveva querelato lei e Dario Fo per una stoccata ricevuta ne L’anomalo bicefalo («È un grande collezionista di libri antichi. Quando sono sporchi li ricicla tutti») e ora, come collega, le sorride. Le si avvicina, le bacia la mano sussurrandole: «Non si preoccupi per il milione di euro di danni che le ho chiesto per la diffamazione». «Non siamo affatto preoccupati», gli risponde Franca Rame, «si preoccupi lei, piuttosto. Quel processo le vinceremo noi». Difatti nel 2013 Dell’Utri lo ha perso e ha dovuto pagare anche le spese. Giuseppina Manin, Corsera, sul libro di Franca Rame, «In fuga dal Senato». Chiarelettere.

Due giorni prima, infuriando uno stravento equinoziale de’ più strulli con pioggia in traverso, aveva mandato un calesse a ritirare quel ciarpame: e il cavallo era arrivato fradicio e talmente sfessato, povera bestia, che bisognò scioglierlo, e poi asciuttarlo in una stalluccia, dove ci pioveva, accarezzargli il culo, e dargli da bere vin caldo. Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Garzanti, 1957.

Di colpo rabbrividii, sentii rizzarmi i peli sul coppino. Pensai al memento in cui Robinson Crusue, naufragio in un’isola che immagina disabitata, vede impressa nel terreno l’orma di un piede umano. Jared Diamond, Il mondo fino a ieri. Che cosa possiamo imparare dalle società tradizionali. Einaudi.

Siamo nati per soffrire, e ci riusciamo benissimo. Marcello Marchesi, Dottor Divago. Bompiani.

La pioggia mi tiene più compagnia del caminetto acceso. Roberto Gervaso. il Messaggero.