Lorenzo Castellani, ItaliaOggi 6/11/2013, 6 novembre 2013
OSCAR GIANNINO SI È AVVICINATO A MARIO MONTI E HA RIPRESO A CELEBRARE IN TUTTI I SUOI VECCHI PULPITI
Oscar Giannino era riuscito a diventare una presenza costante nel dibattito pubblico italiano nonostante argomenti e cultura spesso impopolari, ostili, difficili da digerire da talk show e opinione pubblica. Poi, ad inizio febbraio scorso, la catastrofe. L’Oscar mentitore e soprattutto sprovvisto di titoli dal valore legale era stato cancellato. Game over. La storia però, questa volta, dimostra come le opportunità possano ripresentarsi anche ai vinti. Già, perché l’intellettuale liberista sta con pervicacia risalendo la china.
Il Giannino di fine 2013 slalomeggia tra Radio24, dove si è ripreso la sua versione, tra editoriali su Il Messaggero, studi su Leoni Blog, analisi politiche per ReteLib, conferenze e feste di partito da Scelta Civica a Fratelli d’Italia. Certo, il grande assente dell’animazione gianniniana appare palese: Fare per Fermare il declino. La creatura da lui partorita, abbandonata e ora nelle mani dello spigoloso Michele Boldrin.
Il giornalista e il professore della Washington University in St.Louis non si amano politicamente, Giannino non ha più messo la faccia su Fare, Boldrin ha teso ad allontanarlo nella costruzione del partito, ma, nonostante tutto, la politica non è certo uscita dal suo giro di attività. Il giornalista ed editorialista continua a coltivare rapporti e riunioni con l’ala, più moderata e con un piede fuori dalla porta per dissidi con Boldrin, di Fare che fa capo ad Alessandro De Nicola e Silvia Enrico. Il valore aggiunto di Oscar però è tutto nei rapporti con i montiani. Prima è stato invitato, lo scorso settembre, alla festa di Scelta Civica a Caorle e poi ha ricambiato invitando a Radio24 prima l’onorevole Enrico Zanetti e poi le stesso Mario Monti. E proprio con il professore della Bocconi avevano avuto un lungo faccia a faccia proprio a settembre.
I due si completano e si stimano, notano gli addetti ai lavori e chi li conosce bene: Monti ha lo standing del professore, Giannino ha il funambolismo da palco politico. I rapporti con i montiani passano dai buoni uffici con il senatore Benedetto Della Vedova, portavoce di una scricchiolante Scelta Civica, con il giuslavorista Pietro Ichino e l’imprenditore Alberto Bombassei. Ottimi tanto da segnare l’invito ad Atreju, ma per ora meno produttivi politicamente i rapporti con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia ancora molto legati ad un core business politico di destra sociale. Mentre la nebbia è fitta sulla politica, Oscar scrive sui giornali e parla in tv, in radio, nelle riunioni pubbliche e private. È un Giannino di tipo nuovo o magari più simile a quello di un paio di anni fa: tessitore abile, suggeritore ascoltato, conferenziere apprezzato, opinionista versatile. È una mente che immagina, ragiona, segnala soluzione politiche.
L’ultima è la necessità di un riavvicinamento tra l’area più autenticamente liberale di Fare e il corpaccione dei montiani, come sottolinea di fatto in un suo recente intervento su ReteLib. Entrambi i gruppi umani sono smarriti, i primi dal decisionismo di Boldrin, i secondi dall’abbandono di Monti, vicinissimi nelle idee politiche e culturali, tutti accomunati dalla fascinazione per la costruzione di una forza liberal-democratica che possa assaltare l’elettorato deluso da centro montiano e berlusconiano. Il giornalista, comunque, esclude qualsiasi sua candidatura politica, qualsiasi carica pubblica o partitica, perché quello che ha passato è troppo, lo sta scontando e non vuole mettere nessuno in difficoltà con la sua storia personale.
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