Giorgio Santilli, Il Sole 24 Ore 6/11/2013, 6 novembre 2013
SCIOVINISMO AUTOSTRADALE (FUORI DALL’EUROPA)
Per una volta la difesa della «italianità» non è una barricata nazionale contro invasioni straniere, ma è difesa della concorrenza europea contro il neosciovinismo economico francese. Il ministro transalpino dell’Economia, Pierre Moscovici, prova ad azzerare (o almeno a rivedere) il contratto vinto con gara europea dalla società Autostrade per il sistema di pedaggiamento. Copre le sue difficoltà sul fronte fiscale, ma usa argomenti pretestuosi: il fornitore è straniero.
Il ministro dell’Economia francese prova a usare anche altri argomenti, di ordine tecnico-giuridico, come quello dei ritardi dell’appaltatore italiano. Ma appaiono argomenti pure prestestuosi, considerando i controlli anche recenti cui è stato sottoposto il lavoro, senza che nessun addebito sia emerso verso la società guidata dal gruppo italiano.
In realtà, ora che il malcontento generale contro le tasse cresce e quello degli autotrasportatori contro la «ecotassa» esplode, il Governo di Parigi tenta una goffa marcia indietro, scaricando le responsabilità sulla italianità del fornitore. Occorre ricordare che Autostrade per l’Italia aveva vinto quella gara (con la controllata al 70% Ecomouv) grazie a una tecnologia di pedaggiamento satellitare d’avanguardia in Europa battendo i grandi colossi francesi ed europei del settore. La scelta degli inviti era venuta dal Governo francese che si era legato le mani con una penale di 800 milioni dovuta in caso di azzeramento del contratto.
Bene ha fatto il ministro Lupi, che per inciso è stato nel Governo italiano il più strenuo difensore dell’alleanza tra Alitalia e Air France, a dare immediatamente l’altolà ai tentativi francesi di azzerare il contratto di appalto. Ha difeso l’eccellenza tecnologica della società italiana, il "merito" di questo esempio di made in Italy prestigioso. Il Governo francese risolva le sue difficoltà e divisioni interne in un modo diverso che non con la violazione delle regole europee sul mercato e sulla concorrenza. Lamentiamo che a volte il legislatore italiano non rispetti i contratti in vigore. I contratti si devono rispettare anche in Europa.