Gianni Barbacetto, Il Fatto Quotidiano 6/11/2013, 6 novembre 2013
E LIGRESTI CHIAMÒ B. “TROVATELE UN POSTO IN EMILIA ROMAGNA”
Parola di ministro: “In nessun modo la mia carriera è stata influenzata da rapporti personali”. Così Anna Maria Cancellieri ha solennemente dichiarato ieri in Parlamento, tra gli applausi. Eppure è Salvatore Ligresti a smentirla seccamente: “Sono intervenuto presso Silvio Berlusconi a favore della Cancellieri, quand’era prefetto a Bologna”.
Dobbiamo riavvolgere il nastro della vicenda Fonsai e tornare indietro di un anno. Nel 2012 il patriarca della famiglia era indagato a Milano e a Torino, ma non era ancora stato arrestato con i suoi figli Jonella e Giulia (lo sarà il 17 luglio 2013) e nessuno poteva neppure immaginare che in questa storia sarebbe entrata anche la ministra della Giustizia, con la sua telefonata nel giorno del-l’arresto (“Non è giusto, lo so”, “C’è modo e modo...”, “Qualsiasi cosa io possa fare, conta su di me”) e con il suo intervento, un mese dopo, a favore di Giulia Ligresti rinchiusa nel carcere di Vercelli. Nel 2012 Salvatore, indagato ma cittadino a piede libero, viene più volte interrogato dal pm di Milano Luigi Orsi, alla presenza dei suoi avvocati e degli ufficiali della Guardia di finanza che collaborano alle indagini. Durante uno degli interrogatori, il pm gli chiede che rapporti avesse con Giancarlo Giannini, che da presidente dell’Isvap (l’autorità di controllo delle assicurazioni) aveva chiuso più d’un occhio, secondo le ipotesi d’accusa, sui conti di Fonsai: tanto da essere indagato per corruzione. Ligresti ammette: racconta di essersi dato da fare per Giannini, che era in scadenza in Isvap e puntava a entrare all’Antitrust. Con chi parla Ligresti per dare una mano all’amico Giannini? Ligresti risponde: con Silvio Berlusconi, che in quel momento era presidente del Consiglio.
A QUESTO PUNTO il pm rivolge all’indagato la domanda che qualunque buon investigatore avrebbe fatto: ci sono altri per cui è intervenuto? È una domanda al buio, gli investigatori non hanno alcuna ipotesi precisa. A sorpresa, Ligresti, di solito così silenzioso, risponde: sì, ho chiesto a Berlusconi di aiutare Anna Maria Cancellieri, che aveva un incarico a Bologna e voleva restare in quella città. All’epoca dell’interrogatorio, Cancellieri era ministro dell’Interno del governo Monti . Qualche mese dopo, sarà chiamata a diventare ministro della Giustizia nel governo di Enrico Letta.
Il 2 novembre, questo interrogatorio dell’ingegnere viene riportato, per sommi capi, dal Corriere della sera, senza reazioni di rilievo. Di certo il racconto di Salvatore Ligresti è impreciso: sulla data del suo intervento presso Berlusconi, sul ruolo di Cancellieri in quel momento, sulla città in cui stava svolgendo il suo ufficio. Il finanziere accenna a Bologna e a Parma. Ebbene: Anna Maria Cancellieri è stata non prefetto, ma commissario prefettizio, a Bologna, dal 17 febbraio 2010 al 24 maggio 2011. Viene inviata in quella città dopo che il sindaco Flavio Delbono è costretto a dimettersi travolto dallo scandalo che fa cadere la sua giunta. Il suo compito è reggere l’amministrazione della città fino alle elezioni del nuovo sindaco: dunque sa che il suo incarico non può essere prolungato. Ma le piacerebbe ottenere un altro incarico speciale, perché nel 2009 era uscita dai ruoli del ministero dell’Interno e si era collocata, come si dice in gergo burocratico, “in quiescenza” . Nella primavera 2011 ci sono le elezioni a Bologna e Cancellieri rifiuta la candidatura a sindaco che il centrodestra le offre, con scarse possibilità di vittoria. Nell’autunno le arriva però un nuovo incarico di prestigio: dal 20 ottobre 2011 è nominata commissario prefettizio a Parma, dove si era dimesso, per un altro scandalo, il sindaco Pietro Vignali. Parma è una città che conosce bene, perché lì aveva avuto un incarico già nel 1994. Ci resterà meno di un mese, perché il 16 novembre 2011 compie il salto definitivo della sua carriera: Mario Monti la chiama a fare il ministro dell’Interno. Poi il 28 aprile 2013 diventerà ministro della Giustizia. In tempo per chiamare, a luglio, la famiglia di cui è amica da decenni: “Qualsiasi cosa, conta su di me”.