Antonio Calitri, Il Fatto Quotidiano 6/11/2013, 6 novembre 2013
GELATI GROM – [UN SUCCESSO IMPRENDITORIALE OFFUSCATO DALLE SIRENE DI RENZI E BERLUSCONI]
La voglia di politica azzoppa il gelato più buono del mondo. E per Guido Martinetti, co-fondatore della società insieme all’amico Federico Grom, si prospetta la diluizione del proprio pacchetto azionario.
La crisi si fa sentire anche per i gelati di qualità come quelli di Grom, l’azienda piemontese che controlla direttamente una cinquantina di gelaterie tra Italia, Usa, Francia e Giappone e che dà lavoro a 500 addetti. Dopo l’ultimo bilancio che ha fatto segnare la prima perdita della storia dell’azienda (911 mila euro su ricavi di 24,45 milioni di euro) – fondata nel 2002 con un investimento di 32.500 euro a testa da parte dei due soci di maggioranza che oggi detengono ognuno una quota del 45,24% della Spa – nelle ultime settimane si rincorrono voci sulle strategie per rilanciare il marchio. Si parla dell’ingresso di nuovi capitali e del lancio di nuovi prodotti, ma anche di tensioni che ci sarebbero tra i soci Grom e Martinetti. Loro hanno sempre smentito frizioni ma secondo quanto trapela, a Federico Grom non sarebbe piaciuta l’esposizione mediatica, e soprattutto politica di Martinetti che l’anno scorso venne indicato e sondato da Silvio Berlusconi come faccia nuova del Pdl. Lui prima titubò, poi rifiutò e infine fece l’endorsement per Mario Monti e la sua Scelta civica. Lo scorso 27 aprile poi, ha cambiato di nuovo immagine (politica) e sulle orme e lo stile di Matteo Renzi è andato ospite alla trasmissione Amici di Maria De Filippi a consigliare ai giovani di puntare sul bello e pensare a come accogliere al meglio i milioni di turisti che verranno nei prossimi anni in Italia. Ma anche a denunciare che “la verità è che siamo nella cacca”.
Intanto però, qualche gelateria è stata chiusa, la perdita per la prima volta in dieci anni ha sostituito l’utile nel bilancio. E la cosa avrebbe fatto arrabbiare molto l’altro socio che invece era in azienda a sgobbare e a cercar di far quadrare i conti. Dopo il primo rosso però, nella sede torinese, oltre agli screzi si sono incominciate a valutare le strategie per cercare di uscire dalla crisi. La prima opzione sulla quale si sta ragionando è quella di avviare una piccola linea di produzione di gelato industriale di alta qualità. L’altra, è finanziaria e prevede la ricapitalizzazione dell’azienda con l’ingresso di nuovi capitali freschi che dovrebbero arrivare, ancora una volta, dal socio di minoranza Illy (che nel 2011 entrò nella gelateria investendo 2,5 milioni di euro per sottoscrivere un aumento di capitale del 5%) ma che, secondo le ultime indiscrezioni, questa volta diluirà soltanto la quota di Martinetti.
@AntonioCalitri