Maria Sorbi, il Giornale 6/11/2013, 6 novembre 2013
VERONESI E IL FUMO ELETTRONICO: «MACCHÉ CANCRO, SALVA LA VITA»
Le sigarette elettroniche potrebbero salvare la vita a 30mila fumatori in Italia. E a 500 milioni di persone nel mondo. Parola dell’oncologo Umberto Veronesi, non di uno qualsiasi.
Proprio ora che le ricerche mediche iniziano a intravedere i risultati scientifici delle e-cig , il governo che fa? Le «spegne ». Da gennaio dovrebbe scattare la maxi tassa del 58,5%, una stangata che colpirà oltre 4.500 negozi e che già ha determinato un netto calo delle aperture. Insomma, dopo un boom iniziale, il business delle sigarette senza tabacco è stato stroncato per cercare di mettere una pezza alle entrate e rinviare l’Imu. E proprio mentre si registra una contrazione delle vendite del 30%, ora arriva il parere dei medici. Che promuovono l’aggeggino salva- fumatori.
Da qui l’appello di Veronesi al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in vista dell’incontro fissato per lunedì: «Si impegni a diffondere la sigaretta elettronica e a ridurre la tassazione ». La sigaretta a batterie potrebbe infatti aiutare sul serio la battaglia contro il cancro.
«Su 65 pazienti arruolati per il nostro studio- spiega Carlo Cipolla, direttore della divisione di Cardiologia dell’istituto Ieo di Veronesi - abbiamo visto che, dopo sei mesi di sigaretta elettronica, smette di fumare il 60%, contro il 32% di chi non la utilizza». In base alla ricerca, promossa dallo Ieo e messa a punto assieme al San Raffaele e al Centro cardiologico Monzino, emerge che anche se un paziente non riesce a smettere di fumare, riduce comunque drasticamente il numero di sigarette accese e ne lascia nel pacchetto almeno dieci al giorno.
Veronesi è determinato a proseguire la sua battaglia anti tassa. Più importante della condizione delle casse dello Stato è la salute dei cittadini: «Stiamo dibattendo del più grave problema sanitario del nostro secolo: lo stop al fumo. Abbiamo il dovere morale di studiare scientificamente la sigaretta smoke free, e all’Istituto europeo abbiamo deciso di farlo ». «Il dibattito sulla sigaretta tobacco free continua l’ex ministro-si è concentrato soprattutto sul mercato: chi le deve vendere, quali interessi nascondono e se lo Stato ci deve, o può, guadagnare». Pochi si sono soffermati sul cuore della questione: «Le centinaia di morti quotidiane dovute al tabacco- spiega Veronesi- vengono ignorate ed è ignorato il loro dolore. Addirittura il nostro Stato, attraverso il Monopolio sui pacchetti di sigarette, lucra su questa tragedia invece di combatterla con ogni mezzo che la ricerca scientifica mette a disposizione». Intanto i ricercatori proseguono il lavoro. Sono stati arruolati 200 fumatori da seguire per sei mesi e da valutare dopo un anno. Il percorso di ognuno verrà monitorato fino a cinque anni in modo da avere dati certi su chi ha smesso, chi ha ridotto e chi no. I dati di partenza raccontano che, tra il 2009 e il 2012, quasi quattro fumatori su dieci hanno tentato di smettere, restando almeno un giorno senza fumo. Tuttavia quasi il 90% dei tentativi è fallito. Solo tre fumatori su cento hanno usato farmaci o cerotti e meno di uno su cento ha seguito corsi ad hoc. Insomma, i fumatori vorrebbero smettere ma non sanno come fare. E i vecchi metodi non danno più risultati.