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 2013  novembre 06 Mercoledì calendario

Lo strappo è lacerante. Segna non solo la fine di un sodalizio cultural-ideologico ma anche quella di un doloroso travaglio personale

Lo strappo è lacerante. Segna non solo la fine di un sodalizio cultural-ideologico ma anche quella di un doloroso travaglio personale. Giancarlo Caselli ha deciso di lasciare Magistratura Democratica, la corrente progressista della magistratura di cui ha fatto parte sin dalla fondazione alla fine degli anni Sessanta. Andrea Natale, segretario regionale di Md, non conferma ma spiega: "È una voce che abbiamo sentito, ma credo che Caselli abbia manifestato la sua volontà direttamente ai vertici nazionali della corrente". Luigi Marini, presidente nazionale di Magistratura Democratica, ammette: "Non è ancora ufficiale ma ci sono state dichiarazioni che vanno in questo senso". Giancarlo Caselli dal canto suo rifiuta ogni commento. La scelta di abbandonare Magistratura Democratica sarebbe riconducibile all’indignazione per la pubblicazione nell’agenda di Md per il 2014 di un "contributo" di Erri De Luca, lo scrittore che non solo ha giustificato il sabotaggio in Val di Susa ma anche ammesso di aver preso parte ai blocchi stradali organizzati dai No Tav. In più nelle righe scritte da De Luca si poteva leggere anche una sorta di "apologia" degli anni di piombo. Sotto il titolo "Notizie su Euridice" Erri De Luca scrive a proposito degli anni 70: "Si consumò una guerra civile a bassa intensità ma con migliaia di detenuti politici. Una parte di noi si specializzò in agguati e in clandestinità. Ci furono azioni micidiali e clamorose ma senza futuro...". Frasi che non erano sfuggite ai curatori dell’agenda che le avevano così fatte precedere da un’introduzione in cui ammettevano: "Dopo aver ricevuto e letto questo contributo è stata forte la tentazione di non pubblicarlo perché alcuni passaggi si prestano ad interpretazioni ambigue che non vogliamo in alcun modo avallare. Ma, per imitarne la conclusione, povero è il gruppo che censura uno scritto così bello, anche se altrettanto controverso e così eccolo qua". Raccontano ai piani alti che quando Caselli ha letto il "contributo" scritto da Erri De Luca è andato su tutte le furie. Comprensibilmente, se si pensa che da mesi il procuratore capo di Torino è oggetto di una campagna denigratoria da parte del movimento No Tav che è arrivato a chiamarlo "mafioso". Insulto inaccettabile per un uomo che ebbe il coraggio di reggere la Procura di Palermo dopo le uccisioni di Falcone e Borsellino e che la mafia l’ha combattuta (e la combatte) davvero e non a parole. Caselli quindi non poteva certo accettare che nell’agenda della sua stessa corrente fosse pubblicato un brano (peraltro equivoco sulla questione del terrorismo) di uno scrittore che si è fatto paladino delle frange più aggressive dei No Tav. Così ha deciso di lasciare Magistratura Democratica, per cui è stato sempre un punto di riferimento, non tanto sotto il profilo ideologico quanto per la sua attività come magistrato. Decisione accolta con sgomento dai compagni di corrente che sperano ancora in un suo ripensamento che però appare improbabile. L’agenda, all’origine della sua decisione, sarà intanto presentata il 13 novembre alla libreria Trebisonda da Rita Sanlorenzo, Davide Petrini e Alberto Gaino e il 14 novembre al Bar Italia di Libera in via Veglia 59/A da don Luigi Ciotti e Gianni Macchioni.