Maurizio Tropeano, La Stampa 6/11/2013, 6 novembre 2013
PD, CAOS SENZA FINE ADESSO SI DIVIDONO ANCHE I GARANTI
È ancora presto per capire se i garanti del congresso provinciale del partito riusciranno a trovare una quadra unitaria per sminare «il rapporto di fiducia tra iscritti e partito, e fra opinione pubblica e partito» messo in forse dalla anomalie segnalate da iscritti, segretari di sezione, testimonianze di parlamentari e video. Tina Pepe, presidente della Commissione, ha provato a mettere giù una bozza di documento che fa la sintesi della lunga discussione dell’altra notte ma che una parte dei commissari (almeno 5) giudica insufficiente e che potrebbe portare alla presentazione di emendamenti oppure anche alla stesura di un documento alternativo, di minoranza.
La bozza Pepe
Che cosa dice la bozza Pepe? Il punto di partenza è il riconoscimento che il percorso congressuale sia stato «sostanzialmente corretto». Certo le anomalie ci sono state, impossibile negarlo, anzi la commissione le «stigmatizza», ma sono il frutto di un regolamento nazionale che permette l’iscrizione fino alla conclusione delle assemblee. E comunque «i pochi casi che hanno registrato episodi anomali non hanno dato origine a provvedimenti per non modificare surrettiziamente i risultati di un’ampia platea congressuale». E in ogni caso «il fenomeno ha dato origine, in alcuni circoli, ad un patologico aumento del numero degli iscritti 2013 rispetto a quelli del 2012 ed a forme di adesione non coerenti con un modello di partito che basa la sua dimensione associativa sulla partecipazione e sulla militanza».
Episodi da condannare
La tesi di Pepe e di altri 6 garanti è che il «dato di coinvolgimento e di partecipazione non può essere sminuito da comportamenti sbagliati», comportamento «che occorre affrontare rimuovendo le cause e costruendo nuove e più trasparenti modalità di vita interna». Se ne dovrà occupare il nuovo segretario che entro tre mesi dovrà fornire criteri e indicazioni politiche per i tesseramenti del futuro «coniugando la necessità della massima apertura con i principi di correttezza e di trasparenza».
Minoranza: episodi diffusi
La bozza Pepe, però, non piace a cinque degli undici componenti della commissione di controllo che hanno deciso di provare ad emendare quel testo che dal loro punto di vista appare lacunoso. Mario Sechi l’uomo dei conti ed ex coordinatore di sinistra in rete, però è pessimista perché ci «sono distanze enormi sulla lettura di quello che è successo nei nostri congressi». La trattativa è aperta e in caso di impossibilità di trovare un’intesa questo gruppo di commissari sarebbe pronto a presentare una relazione di minoranza (ne esiste già una bozza». Secondo Sechi ci sono almeno 4 punti di divisione «sostanziale». Il primo: «Manca il riconoscimento che si sono registrati fenomeni diffusi e quasi sistematici di irregolarità nel tesseramento. Il secondo: «La causa di queste anomalie viene individuata solo nel regolamento nazionale omettendo che c’è un malcostume locale». E poi «si parla genericamente di anomalie senza entrare nel merito dei problemi: l’accompagnamento e il controllo del voto e, soprattutto il pagamento delle tessere».
L’inviato di Roma
La segreteria nazionale del Pd è convocata per questa mattina. la tensione resta alta in attesa di capire che cosa succederà domani quando si riunirà la commissione nazionale di controllo sui congressi che dovrà valutare i congressi contestati. Roma ha inviato come osservatore Giovanni Lunardon ribadisce che i garanti «possono solo prendere decisioni su ricorsi e denunce scritte» ma sottolinea anche che la commissione ha posto il problema politico del tesseramento.