Giacomo Galeazzi, La Stampa 6/11/2013, 6 novembre 2013
NUOVE FAMIGLIE, LE 38 DOMANDE DEL PAPA
Contraccezione, coppie di fatto, etero e gay, comunione ai divorziati risposati. Francesco consulta i fedeli sui temi più delicati. Una svolta epocale per la Chiesa in vista del Sinodo sulla Famiglia convocato per ottobre 2014. Il questionario, che finora era stato diffuso solo dai vescovi inglesi e da alcune diocesi Usa, è da ieri sul sito della Santa Sede (www.vatican.va). Lo si può compilare in parrocchia o inviare le risposte direttamente in Vaticano. La procedura del tutto inedita è quella di chiedere ai fedeli pareri e proposte. La Chiesa rivolge la sua attenzione alle nuove realtà familiari, ad aspetti finora tenuti fuori dalla pastorale, come la diffusione delle coppie di fatto, le unioni di persone dello stesso sesso, che spesso accedono anche alle adozioni, i matrimoni misti, ma anche le numerosissime separazioni e i secondi matrimoni.
Ai fedeli si chiede anche se lo snellimento nelle procedure per la nullità matrimoniale possa contribuire a risolvere il problema del non accesso ai sacramenti per i divorziati risposati: un segno che potrebbe essere questa una delle strade da percorrere. Ma si parla altresì di «unioni libere di fatto», di «quale atteggiamento pastorale» sia possibile tenere verso le «unioni di persone dello stesso sesso», o, in tema di contraccezione, «quale coscienza si ha della valutazione morale dei differenti metodi di regolazione delle nascite». Ci sono domande sulle «situazioni matrimoniali difficili» e sulle «unioni di persone dello stesso sesso» nel questionario.
Le 38 domande sono suddivise in 9 sezioni. Le prime due intendono verificare la conoscenza e la consapevolezza della dottrina sulla famiglia nell’ambito delle Chiese locali. Nella seconda ci si sofferma sul «concetto di legge naturale in relazione all’unione tra l’uomo e la donna» e se questo «è comunemente accettato in quanto tale da parte dei battezzati». La terza sezione è dedicata alla «pastorale della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione». È nella quarta che si entra nella «pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili».
«La convivenza “ad experimentum” è una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? Inoltre, «come viene annunciata a separati e divorziati risposati la misericordia di Dio e come viene messo in atto il sostegno della Chiesa al loro cammino di fede?». Per quanto riguarda le unioni gay viene chiesto se «esiste nel vostro paese una legge civile di riconoscimento delle unioni di persone dello stesso sesso equiparate in qualche modo al matrimonio»; «Quale è l’atteggiamento delle Chiese particolari e locali sia di fronte allo Stato civile promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia di fronte alle persone coinvolte in questo tipo di unione?»; «Quale attenzione pastorale è possibile avere nei confronti delle persone che hanno scelto di vivere secondo questo tipo di unioni?». E «nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?». Ulteriori sezioni riguardano poi l’educazione dei figli in seno alle situazioni di matrimoni irregolari, l’apertura degli sposi alla vita, il rapporto tra la famiglia e la persona. L’intero processo sinodale durerà due anni e prevede tre tappe: il Sinodo Straordinario del 2014, l’Incontro Mondiale delle Famiglie e il Sinodo Ordinario dell’ottobre successivo.
«Dare spazio così ampiamente all’ascolto significa correre questi rischi», evidenzia l’arcivescovo Bruno Forte, segretario speciale del Sinodo, che ieri ha risposto così a chi gli chiedeva cosa succederà se emergerà che la dottrina attuale della Chiesa su matrimonio e famiglia non è condivisa dalla maggioranza dei fedeli. «Ma c’è un riferimento ultimo, che è il discernimento di Pietro, cioè del Papa».