Fulmini 7/11/2013, 7 novembre 2013
PUGNO «Rudi Garcia l’ho conosciuto quest’estate, gli avevo chiesto di usare il pugno di ferro coi giocatori e lui rispose: “Il pugno di ferro funziona solo se avvolto in un guanto di velluto”» (Massimo D’Alema, presidente del Roma club Montecitorio)
PUGNO «Rudi Garcia l’ho conosciuto quest’estate, gli avevo chiesto di usare il pugno di ferro coi giocatori e lui rispose: “Il pugno di ferro funziona solo se avvolto in un guanto di velluto”» (Massimo D’Alema, presidente del Roma club Montecitorio). DNA «Dopo i successi in Superbike, vogliamo sbarcare in MotoGP nel 2016 per vincere sin da subito. A me non piace arrivare secondo o terzo, punto a vincere perché è nel nostro dna. Ci aspettano due anni di lavoro intenso» (Roberto Colaninno, presidente del gruppo Piaggio che controlla Aprilia). SPECIALE «Credo che nel fine settimana succederà qualcosa di speciale. Ho vinto sette gare, non posso certo essere scontento del mio campionato. Adesso sono pronto a giocare le mie carte, sarà un grande spettacolo. Con Marc è stata una grande sfida iniziata fin dalle prime battute del campionato, con quattro piloti molto forti in pista. Farò il massimo un’ultima volta, se non andrà bene ci riproveremo l’anno prossimo» (Jorge Lorenzo, che si giocherà con Marquez il Mondiale nell’ultimo MotoGp a Valencia). TIRATISSIMO «Era inizio 2001 ed ero reduce da una stagione in F.Renault con la Cram: andai a incontrare Jean Todt, in giacca e cravatta, tiratissimo. Ma tremavo» (Felipe Massa ricorda il suo primo giorno in Ferrari). DONO «Mi piace allenarmi, sentire il sudore sulla fronte, spostare il limite della fatica sempre più in là. C’è chi si esalta a scrivere canzoni, a dipingere, a progettare case. Ed è un talento. E c’è a chi piace vivere lo sport così, è un dono rispettabile anche questo» (Alex Zanardi). WATT «L’inseguimento è soltanto spingere. Spingere dall’inizio alla fine, per quattromila metri e quattro minuti. Adrenalina, watt, acido lattico. Non esiste tattica o strategia, è solo una questione di regolarità e sofferenza» (il ciclista Marco Coledan, fresco campione del mondo nell’inseguimento su pista). OBLIO «La pallacanestro è in crisi come il Paese. Quel che è grave è che non ci sono idee. Ognuno pensa al suo orticello, anche se è inaridito. Siamo individualisti, come Paese. Ci manca il senso dell’urgenza e andiamo incontro all’oblio. Si combatte per la conquista del nulla. Peccato. E si rischiano di perdere professionisti che potrebbero portare la barca fuori dalle secche» (Andrea Trinchieri, che ora allena l’Unics Kazan in Russia).