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 2013  novembre 05 Martedì calendario

PARTITI SCONFITTI DAL RIDICOLO


Ha voglia Luigi Berlinguer, numero uno dei garanti del Pd, a cercar giustificazioni per quel che emerge dai congressi, a ridimensionare gli scandaletti locali, a ricondurre nella normalità quel che francamente normale non sembra proprio. È un fatto che i democratici stanno collezionando una serie di figuracce quale in passato mai si era vista nella storia, pur tormentata, dei partiti nostrani. È da ritenere che l’indiscutibile popolarità fornita dalle elezioni congressuali venga fortemente ostacolata dall’incessante scoperta e denuncia di irregolarità.
Non c’è da stupirsi che un tesseramento sia connesso con giochetti, finte, incrementi fasulli. Nella prima repubblica era fenomeno abituale tesserare per decenni coloro che si erano iscritti per un anno, attraverso rinnovi automatici che non di rado portavano a considerare aderenti persone morte da anni. Anche la costituzione di sezioni, circoli, cellule poteva fornire occasione per creare strutture in realtà inconsistenti.
Una volta la Dc ricorse agli «esterni». Venivano concessi posti, negli organi dirigenti, a simpatizzanti considerati sì organici, ma in posizione non diretta. Ovviamente le molteplici correnti provvidero a spartirsi le poltrone riservate a simili simpatizzanti, così da non turbare gli equilibri esistenti.
Quest’anno sembra che il ruolo degli esterni, nel Pd, sia assunto da albanesi, romeni, extracomunitari in genere. Ovviamente i presunti responsabili di simili operazioni cercano di spiegare che si tratta di aderenti esteri conquistati dalla politica meritoriamente condotta dal Pd in loro favore. A giudicare, però, dalla mole dei ricorsi e dalle accuse reciproche (renziani contro cuperliani, bersaniani contro dalemiani, lettiani contro tutti, secondo cangianti posizioni assunte dei ras locali), sembra che questi viziacci siano generali.
Il fatto che maggiormente devasta il mondo democratico è il ridicolo. Pagine e pagine dei giornali, infatti, puntano impietosamente il dito su singole città, su clamorosi episodi, su iscritti fantasma, su tessere moltiplicate. Ne deriva un’immagine che rischia, appunto, di suscitare il riso, notoriamente più pericoloso della spada. A impedire che si mettano pezze vere a questi buchi è il loro susseguirsi; anzi, parrebbe persino di registrarne incrementi, al punto che vi sono congressi sospesi o rinviati. Resta da chiedersi se questi eccessi di truppe cammellate non squalifichino pericolosamente i singoli candidati e, insieme, l’intero partito.