Stefano Montefiori, Corriere della Sera 5/11/2013, 5 novembre 2013
IL MATISSE RITROVATO DI ANNE SINCLAIR ERA A MONACO NEL TESORO DEI NAZISTI
Anne Sinclair è diventata celebre nel mondo come la donna che sosteneva con coraggio Dominique Strauss-Kahn nel momento della sua discesa agli inferi, la moglie che rimase al fianco dell’allora direttore del Fmi accusato di avere violentato una cameriera (salvo separarsi a vicenda giudiziaria conclusa). Ma se Sinclair, grande giornalista televisiva negli anni ‘80 e ora direttrice dell’Huffington Post francese, ha un posto nella storia d’Europa non è per lo scandalo che l’ha sfiorata suo malgrado due anni fa.
Suo nonno, Paul Rosenberg, è stato il più grande mercante d’arte del XX secolo, amico personale di Picasso, Braque, Matisse. Per festeggiare la firma del contratto che li legava (Biarritz, 1918), Picasso regalò a Rosenberg il ritratto della nonna di Anne Sinclair che teneva in braccio la madre. La vita della famiglia ebrea dei Rosenberg fu travolta dalle persecuzioni naziste, e ad Anne Sinclair capita negli ultimi anni di venire coinvolta — in qualità di erede — in vicende clamorose, come la scoperta delle 1500 opere d’arte trafugate dai nazisti e nascoste a casa dell’ottuagenario tedesco Cornelius Gurlitt: se ne è avuta notizia due giorni fa, si tratta del più importante ritrovamento di opere trafugate mai avvenuto, e tra i quadri c’è un «Ritratto di signora» di Henri Matisse appartenuto a Paul Rosenberg. Che spetta oggi ai suoi discendenti, tra i quali Anne Sinclair.
La storia di quel «Ritratto di signora» si intreccia con la tragedia di un continente. Henri Matisse potrebbe avere dipinto il quadro nel 1939, durante le prime settimane della drôle de guerre, quando Francia e Germania sembravano esitare a sferrare l’attacco. Matisse viveva a Nizza, e Paul Rosenberg lo andò a trovare, ripartendo con alcune tele sotto il braccio. «Vi ho trovato in splendida forma — scrisse Rosenberg a Matisse —, le vostre ultime opere sono tra le migliori. Quelle che ho portato con me le ho subito appese, alle 2 e mezza di notte, nel salone di casa», si legge nel libro «21 rue la Boétie» (edito in Italia da Skira) che Anne Sinclair ha scritto l’anno scorso intitolandolo con l’indirizzo della galleria parigina del nonno.
Casa, in quei giorni, era una proprietà nell’Ovest della Francia, il «Castel», vicino a Bordeaux, dove i Rosenberg si erano rifugiati alla dichiarazione di guerra, lasciando Parigi per timore dei bombardamenti. Lì Paul Rosenberg nascose in una cassaforte 160 opere, tra le quali i Matisse, un auto-ritratto di Van Gogh, dei Cézanne, Léger, Sisley, Picasso, Utrillo, Monet, Braque: il meglio di quella che i nazisti nella loro follia definivano «arte degenerata».
Il 5 settembre 1941, le truppe naziste arrivarono fino al «Castel», saccheggiando l’appartamento e la cassaforte dei Rosenberg con l’aiuto zelante dei Lédoux, i proprietari che abitavano al piano di sopra. Paul Rosenberg era riuscito ad abbandonare la Francia in tempo, nel giugno del 1940: scappò in Portogallo e poi a New York, dove cercò di mantenere i contatti con i suoi artisti. In Europa, intanto, l’orrore dilagava. Tra chi approfittò delle spoliazioni naziste ci fu il collezionista Hildebrand Gurlitt: sconfitto Hitler, si ritrovò in possesso di un tesoro che comprendeva anche il «Ritratto di signora» di Matisse sottratto a Rosenberg.
Nel ‘46 il nonno di Anne Sinclair compilò una lista di opere di sua proprietà finite in mano ai nazisti, e dedicò il resto della vita, fino al 1959, a ritrovarle. Tre anni prima della sua morte il «Ritratto di signora» era passato da Hildebrand Gurlitt (scomparso nel ‘56) al figlio Cornelius, che l’ha custodito assieme a tanti altri capolavori. Dopo il Matisse del museo di Seattle (1999) e il «Vestito blu su poltrona gialla» esposto all’Onstad Art Center vicino Oslo (a giugno), un altro capolavoro potrebbe tornare in famiglia.
Stefano Montefiori
@Stef_Montefiori