varie, 5 novembre 2013
Spie per Sette - In Italia, secondo il sito Cryptome, in un mese tra il 2012 e il 2013 sono state spiate dalla Nsa americana 46 milioni di telefonate
Spie per Sette - In Italia, secondo il sito Cryptome, in un mese tra il 2012 e il 2013 sono state spiate dalla Nsa americana 46 milioni di telefonate. La parola «spia» forse deriva da dal gotico «spahia» (esplorazione). (Giordano Bruno Guerri, Il Giornale 27/10/2013) La prima citazione sulle spie, nella Bibbia, quando Dio si rivolge a Mosè: «Manda degli uomini in Palestina a esplorare il Paese di Canaan che Io sto per dare ai Figli di Israele. Inviate uno per ciascuna tribù paterna, che tutti siano principi» (Num., 13,1). (U.Rapetto, R. Di Nunzio, L’atlante delle spie. Dall’antichità al Grande Gioco a oggi, BUR) Il faraone Ramsete II disponeva di un capo dei servizi di spionaggio e controspionaggio che veniva ufficialmente definito «Gli Occhi e gli Orecchi del Re». Fu uno di loro a inventare i primi sistemi di crittografia, ovvero di messaggi in codice. (Giordano Bruno Guerri, Il Giornale 27/10/2013) Temistocle, facendo trapelare notizie false tra i ben più potenti persiani, riuscì a sconfiggerli per mare attirandoli negli stretti canali di Salamina. (Giordano Bruno Guerri, Il Giornale 27/10/2013) Zapiro, soldato persiano, per simulare presso i babilonesi d’esser stato severamente castigato da Dario, di cui era fedelissimo, si mutilò naso e orecchie, riuscendo così a infilarsi tra di loro per aprire poi le porte ai compagni. (U.Rapetto, R. Di Nunzio, L’atlante delle spie. Dall’antichità al Grande Gioco a oggi, BUR) Soltanto con Diocleziano, nel III secolo, l’impero romano si dotò di un dipartimento dedicato allo spionaggio, (Giordano Bruno Guerri, Il Giornale 27/10/2013) «Senza spie no se ciapa i ladri» (proverbio veneziano). (U.Rapetto, R. Di Nunzio, L’atlante delle spie. Dall’antichità al Grande Gioco a oggi, BUR) I sicofanti, da “sykon” (fico) e “phainein” (manifestare), corpo di vigilanza greco. Ad Atene avevano il compito di combattere il contrabbando di fichi, individuando gli spalloni che portavano fuori dalla polis la merce. Per estensione la parola andò a indicare «un cittadino che denuncia alle autorità le violazioni della legge». (U.Rapetto, R. Di Nunzio, L’atlante delle spie. Dall’antichità al Grande Gioco a oggi, BUR) Lo stemma del servizio segreto militare britannico MI6 (noto anche come Secret Intelligence Service) è un grande cervello grigio contornato da una lettera C in verde e sormontato dalla corona reale. Motto araldico: Semper Occultus. La lettera C allude al fondatore, Sir Mansfield Cumming. Il colore verde è legato alla tradizione secondo cui tutti i capi devono firmare i documenti con inchiostro verde. (U.Rapetto, R. Di Nunzio, L’atlante delle spie. Dall’antichità al Grande Gioco a oggi, BUR) Tra gli insegnamenti delle kunoichi, donne spia ninja: kisha (l’arte della seduzione), yagen (farmacologia), doku jutsu (l’arte dei veleni), kakushi jutsu (l’arte dell’utilizzo delle piccole armi improprie, cioè pettini, spilloni, mollette eccetera). (U.Rapetto, R. Di Nunzio, L’atlante delle spie. Dall’antichità al Grande Gioco a oggi, BUR) Una delle spie più note fu Dušan Popov, arruolato dai servizi della Germania nazista, faceva il doppio gioco per l’intelligence inglese. Noto anche come “Triciclo”, perché voleva sempre tre donne nel suo letto. Frase: «Sedurre con verità e ingannare con menzogne». (U.Rapetto, R. Di Nunzio, L’atlante delle spie. Dall’antichità al Grande Gioco a oggi, BUR) «L’addestramento delle donne spie non prevede “corsi di conquista” o di seduzione. Si presume che le ragazze arruolate per questo tipo di missione siano già preparate sull’argomento. Di più: diciamo che devono avere una specie di “vocazione alla prostituzione”» (Andrea Carlo Cappi, autore del libro Le grandi spie, Vallardi). Si dice honey trap (trappola al miele) quando belle donne seducono uomini per spiarli, drone trap (trappola del fuco) quando gli agenti maschi devono circuire qualche omosessuale. (U.Rapetto, R. Di Nunzio, L’atlante delle spie. Dall’antichità al Grande Gioco a oggi, BUR) Charles Geneviève Timothée Louis d’Eon, primo agente travestito da donna. Ricevette in dono da Maria Antonietta un guardaroba femminile confezionato dalla sua sarta personale e da Luigi XVI l’ordine di «rimanere donna fino alla morte». Dopo la Rivoluzione francese, scappato a Londra, per sopravvivere fu costretto a esibirsi in spettacoli vari vestito da donna. Morì a 83 anni dopo aver vissuto 46 anni da maschio e 37 da femmina. A lui s’ispira il cartone animato “Lady Oscar”. (U.Rapetto, R. Di Nunzio, L’atlante delle spie. Dall’antichità al Grande Gioco a oggi, BUR) Nel 1964 il cantante cinese Shi Peu Pu, reclutato dal Partito comunista, fu sottoposto a intervento chirurgico per cambiare sesso e sedurre ufficiali e funzionari britannici e americani in visita in Cina. (U.Rapetto, R. Di Nunzio, L’atlante delle spie. Dall’antichità al Grande Gioco a oggi, BUR) La moglie di Dubcek, leader della Primavera di Praga, dopo la caduta in disgrazia del marito era continuamente pedinata da agenti segreti. Un giorno che la seguivano mentre portava due pesanti borse della spesa, si voltò e disse: «Datemi una mano! Siate cavalieri!». Non ci sono dati precisi, ma si può dire che agli inizi degli anni Ottanta le spie in tutto il mondo erano almeno un milione e 250mila, di cui 150mila statunitensi. Oggi in Italia ci sono circa 5-6mila spie. Un’agente guadagna circa 3-4mila euro al mese. I vertici anche 10mila. Tra gli strumenti più celebri a disposizione degli agenti segreti: l’ombrello spara-veleno (usato da un agente del Kgb, nel 1978, per assassinare il dissidente bulgaro Georgi Markov), il microfono-oliva (con antenna travestita da stecchino) da piazzare nei cocktail per registrare conversazioni nell’arco di 10 metri. La spia Marthe Richard, dovendo scegliere un nome per un salone di bellezza da usare come copertura a Madrid, optò per “Lo specchio per le allodole”. Fräulein Doktor (la Dottoressa), unica donna nominata ufficiale dell’esercito tedesco e capo di una sezione del Comando Militare Supremo in cui si formavano le spie e in cui studiò anche Mata Hari. Fräulein Doktor ancora oggi non ha un volto certo e su di lei la propaganda ha costruito biografie immaginifiche, che la vogliono talora come una sadica lesbica, talaltra come una martire della causa tedesca. Greta Garbo fu reclutata da William Stephenson della Bsc, la filiale americana dei servizi segreti britannici, e pare accertato il suo coinvolgimento nella fuga di agenti alleati dai territori occupati dai nazisti, e avrebbe anche mantenuto i rapporti con la Svezia. Anche David Niven ebbe un ruolo in alcune operazioni di intelligence. Josephine Baker nel ’37 rinunciò alla cittadinanza statunitense per diventare francese, lavorò come corriere della Resistenza trasportando per tutta Europa messaggi scritti con inchiostro simpatico sulle partiture. (U.Rapetto, R. Di Nunzio, L’atlante delle spie. Dall’antichità al Grande Gioco a oggi, BUR) Nel dicembre 1970, mentr’era in volo verso Washington, Elvis Presley scrisse a Nixon per chiedergli di farlo entrare come agente segreto nel Federal Bureau of Narcotics and Dangerous Drugs: aveva studiato a lungo, scrisse, l’abuso di droghe e anche le tecniche di lavaggio del cervello dei comunisti. Portò di persona la lettera al cancello della Casa Bianca e attese che lo facessero entrare. Così fu: si presentò in abito di velluto nero, camicia bianca aperta sul petto e cinturone dalla fibbia dorata. Con Nixon discusse a lungo dei pericoli del Paese, tra i quali mise anche i Beatles, rei di arrivare negli Stati Uniti, prendere i soldi e tornare a Londra parlando male dell’America. Il presidente gli concesse una tessera d’onore di agente federale, con la quale Presley si divertì moltissimo a fermare decine di automobilisti e motociclisti che correvano troppo. (Sabadin, La Stampa 17/8/2013) Tra gli oggetti conservati all’International Spy Museum di Washington: il rossetto-pistola Kiss of Death, che ha in canna un proiettile da 4,5 millimetri, in dotazione dal 1965 alle spie del Kgb; il kit rettale costituito da coltellino multiuso da infilare nell’ano e tirar fuori alla bisogna; “Enigma”, la macchina usata dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale per creare messaggi in codice. In tutte le sale microspie e cimici captano i dialoghi dei visitatori. Punti e linee tratteggiati lungo i contorni di modellini di abiti femminili, da ritagliare su giornali di moda. Era questo uno dei sistemi ideati dalle spie naziste in Gran Bretagna per inviare con la posta normale messaggi in codice ai loro complici nel Terzo Reich. (Enrico Franceschini, La Repubblica 5/9/2006) Zoya Voskresenskya, scrittrice di libri per bambini e spia. Alla vigilia dell’invasione tedesca del 1941, fasciata in un elegante abito di velluto e sotto le mentite spoglie di ”madame Yartseva”, si fece invitare all’ambasciata tedesca a Mosca. Ballando con l’ambasciatore tedesco Werner von Schulenberg notò in una stanza attigua i segni lasciati sulle pareti dai quadri rimossi e una pila di valigie ammucchiate: ciò significava che il diplomatico stava per lasciare la città, la quale presto sarebbe stata invasa. Il 17 giugno 1941, cinque giorni prima dell’attacco hitleriano, inviò un rapporto a Stalin in cui lo avvertiva del fatto, ma quello non le diede ascolto. (Ansa 27/7/2004)