Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 05 Martedì calendario

PD, LA GUERRA DEI CONGRESSI CUPERLO: HO VINTO 49 A 35 MA I RENZIANI: DATI FALSI


«Lotti è di Montelupo, ma io, si badi bene, son di San Casciano...». Il match su chi ha vinto e chi ha perso per ora nel Pd è tra Patrizio Mecacci da San Casciano, coordinatore del comitato per Cuperlo, e Luca Lotti braccio destro di Matteo Renzi. Sfida tra toscanacci sui neo segretari provinciali del partito. Mecacci dà Gianni Cuperlo in vantaggio nei circoli con un comunicato delle 17,30: abbiamo vinto oltre il 50%. Lotti gli risponde un’ora dopo che i dati sono falsi: «A chi giova fornire cifre false? Si diano i dati veri... ricordo che a Firenze lo stesso Renzi ha votato per un segretario provinciale che sostiene Cuperlo ». Lo scontro si allarga.
Ecco quindi che i cuperliani forniscono risultati che li vedono aggiudicarsi il primo round: 49 i segretari pro Cuperlo mentre ai renziani ne andrebbero 35. «Non c’è ombra di equivoco, si tratta di coloro che hanno già dichiarato di appoggiare Gianni », spiega Mecacci. Tra i cuperliani c’è aria di festa. Matteo Orfini, portavoce dei “giovani turchi”, cuperliano della prima ora, commenta: «Questo dimostra che la partita è aperta, non è vero che c’è uno già vincitore, cioè Renzi. Non è detto che diventi lui il segretario nazionale... ». Dallo stato maggiore del sindaco di Firenze parte la controffensiva con altri numeri e un lungo elenco della città in cui, nome per nome, sono i segretari pro sindaco “rottamatore” in vantaggio. Secondo i dati renziani quindi, è «in testa Matteo con 47 segretari». Stefano Bonaccini, l’ex bersaniano coordinatore della campagna di Renzi, rincara: «Non riusciamo bene a capire a cosa serva avvelenare i pozzi. Non capiamo soprattutto perché rovinare il clima di unità. Quale è il senso di una guerra sulle bandierine? ». Perciò nella lista dei 47 segretari renziani si comincia con Torino, Asti, Novara, Vercelli, Verbania e giù a scendere... segnalando anche gli unitari, quelli cioè che sono stati appoggiati anche dal fronte dello sfidante Cuperlo. Il quale invita i suoi che vogliono replicare duramente, a limitarsi a rilanciare i dati. Dati da cui risulta, tra l’altro, che Pippo Civati ha conquistato un “suo” segretario a Cuneo; e a Monza, la sua città, ha appoggiato il cuperliano. Dai renziani anche un’altra avvertenza: «Il regolamento prevede che non si colleghino le candidature locali con quelle nazionali ». Poi ci sono i ballottaggi ancora aperti: a Roma, comunque tra due cuperliani Lionello Cosentino e Tommaso Giuntella; mentre a Milano, Varese e Mantova i risultati ci saranno in nottata. Tensioni a Trapani, tutto bloccato a Catania; a Palermo vittoria del renziano.
Nel frattempo il braccio di ferro sul tesseramento “last minute” prosegue, con le accuse di brogli e i ricorsi annunciati. Cuperlo ha proposto di fermare tutto: «Sono molto preoccupato, angosciato, il fenomeno non è a macchie estese, ma un partito deve garantire la sua immagine, credibilità, e prestigio». Renzi ha risposto con l’idea di bloccare la Convenzione, eletta appunto dagli iscritti, e a cui spetta di selezionare i tre candidati che andranno alle primarie dell’8 dicembre per l’elezione del successore di Epifani. Stoppato dai cuperliani, perché «sottrae agli iscritti del Pd il diritto di dire la loro». Gianni Pittella, altro sfidante per la segreteria nazionale, attacca: «Chi fa furberie al limite dell’illecito nel tesseramento, è un cialtrone. Da questa situazione il Pd viene ferito. Oggi è convocata la segreteria e il comitato per il congresso. No stop del comitato dei garanti presieduto da Luigi Berlinguer e alle prese con le grane dei ricorsi. Tanti. Solo in Toscana di ricorsi ce ne sono 13. A Cosenza per protesta il candidato renziano Franco Laratta si è ritirato. Se le irregolarità saranno verificate, il comitato dei garanti deciderà l’annullamento. «Quelle delle tessere è un pasticcio contemporaneo, il passato non c’entra - sottolinea Pippo Civati - nel momento in cui la politica è meno credibile noi facciamo cose incredibili».