Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 05 Martedì calendario

CONFISCATI AL GENERO DEL RE BENI PER 6 MILIONI DI EURO


La magistratura spagnola ha annunciato di aver deciso di confiscare beni del genero del re Juan Carlos, Inaki Urdangarin, perseguito in uno scandalo di corruzione, per l’equivalente di 6,1 milioni di euro al fine di coprire una cauzione civile.
La storia è quella del «caso Noos», la Ong con cui Urdangarín, 45 anni, ex star della pallamano, sottrasse con fatture false circa 20 milioni di euro ad istituzioni pubbliche ed imprese private. Il duca di Palma, e Diego Torres, suo ex socio, si sono visti imporre dalla giustizia lo scorso 30 gennaio una cauzione di 8,189 milioni di euro, fissata in 6,1 milioni di euro secondo la decisione del giudice José Castro pubblicata ieri. Sotto sequestro è finita metà della villa (valore sul mercato 10 milioni) dell’infanta Cristina e di Urdangarin, nell’esclusivo quartiere Pedralbes a Barcellona, e la metà di altri beni di proprietà della società Aizoon, detenuta in parti uguali dalla coppia.
Proprio il palazzo di Pedralbes, inaugurato nel 2008, è al centro delle indagini: ora il giudice sta valutando se convocare di nuovo come indagata (lo fece già nell’aprile scorso ma un ricorso annullò la testimonianza ) l’Infanta, 48 anni, che dall’agosto scorso si è trasferita per lavoro a Ginevra. Finora Cristina si è sempre difesa dicendosi all’oscuro dei business del marito. Ma poi è emerso che ha firmato assegni, tramite Aizoon, pari a 138mila euro.