Maria Corbi, La Stampa 4/11/2013, 4 novembre 2013
I PELUSO, TRE UOMINI GUIDATI DA UNA DONNA IPERPROTETTIVA
Ritratto di famiglia in un interno (pubblico). I «Peluso», ovvero i Cancellieri, tre uomini guidati da una donna, Anna Maria, la lady di ferro italiana, che oggi difende se stessa ma soprattutto il suo Piergiorgio, 42 anni, una carriera prodigio e una buonuscita da 3,6 milioni di euro da Fondiaria Sai per un anno di lavoro, prima di approdare a Telecom come capo finanziario. Non c’è stato bisogno di essere «choosy». Le ottime scuole, la fortuna gli hanno risparmiato l’imbarazzo di essere schizzinoso. Si mette in dubbio che la scalata sia dovuta solo alle abilità? Mammà non ci sta, la «fa impazzire» il fatto che si possa solo pensarlo. «Lasciatelo stare», chiede la ministra che difende se stessa ma soprattutto la luce dei suoi occhi. L’altra «luce», è Federico imprenditore, a capo della 3D vision, azienda che si occupa di animazione digitale,nel settore degli effetti speciali per pubblicità.
Lei è stata una mamma in carriera, iniziata vincendo un concorso alla presidenza del Consiglio. Primo incarico fu a Roma, in via Po 14: «Sceglievo i libri da mandare alle biblioteche di Comuni e carceri». Poi nel 1972 passa al ministero dell’Interno. Una carriera brillante, come quella del figlio, che ha avuto il suo culmine nella candidatura alla presidenza della Repubblica. Ci sperava Anna Maria. E ci speravano le donne. Quel tempo verbale purtroppo rimarrà imperfetto anche se il ministro riuscirà a spiegare il suo intervento «umanitario» in favore di Giulia Ligresti. Quella frase, «Qualunque cosa, guarda… conta su di me», affonda le sue radici 30 anni fa quando a Milano la giovanissima funzionaria conosce Salvatore Ligresti e il fratello Antonino.
Un’amicizia condivisa anche con il marito Sebastiano Peluso, detto Nuccio, sempre, volontariamente, rimasto un passo indietro, a casa ad aspettarla, seguendola nelle sue peregrinazioni per l’Italia. Lo ha conosciuto in Libia paese dove nonno Cancellieri era stato mandato come commissario ai beni sequestrati ai berberi. Anche Nuccio è nato a Tripoli e si conoscono lì tra il mare e le rovine di Leptis Magna. «Mio padre costruiva centrali elettriche. Fu cacciato con gli altri italiani da Gheddafi nel ’70. Non siamo mai più tornati», ha raccontato in un’intervista la ministra.
Nuccio, 72 anni, farmacista siciliano, è il sogno di tutte le donne: comprensivo, non competitivo, disponibile e ottimo cuoco. «Quando la donna lavora tocca all’uomo stare ai fornelli», ha spiegato. Un matrimonio, che dura da 40 anni, una convivenza da week end, quando lei riusciva a tornare a casa, a Milano, dove ancora la aspetta insieme ai due figli e ai quattro nipoti. E il sabato, famiglia e teatro, l’opera, la grande passione del ministro. Sentendolo parlare, Sebastiano, nelle poche occasioni che lo ha fatto viene da chiedere se esista veramente un marito così: «Mia moglie è una donna splendida». «Sono orgoglioso di lei», «il merito di aver tenuto insieme la famiglia è solo suo».
Una vita su e giù per l’Italia quella della famiglia Peluso/Cancellieri: Catania, Genova, Milano, Roma, Bologna e ancora Roma. 19 traslochi. Con l’aiuto di una donna di servizio fidatissima e parte della famiglia. Non si rinuncia mai a una settimana tutti insieme, d’estate in Sicilia e d’inverno a Champoluc.
Madre severa la Cancellieri che anche da lontano controllava compiti e incitava i ragazzi. Iper protettiva. Allora come oggi: «lasciate stare mio figlio». Piergiorgio ha sempre chiesto a lei consigli e concordato i progetti scolastici, dice un’amica. Economia alla Bocconi, un master alla London school of economics in corporate finance, e poi la rapida ascesa. A 24 anni era in Arthur Andersen, due anni dopo in Mediobanca, e ancora Credit Suisse, Capitalia fino a Unicredit e poi Fondiaria. Oggi a Telecom. Sarà per questo che la Cancellieri ha dato dei mammoni ai giovani «fermi al posto fisso nella stessa città, magari accanto a mamma e papà». «Occorre fare un salto culturale», sentenziò la ministra, madre felice di due figli super occupati.