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 2013  novembre 03 Domenica calendario

BOSCHI, LA RENZIANA CHE PIACE AL CAVALIERE «SILVIO? È IL PASSATO»


(Domenica scorsa, vecchia stazione Leopolda, Firenze )
Maria Elena Boschi scende dal palco, beve un bicchiere d’acqua, si volta. Smorfietta, occhioni, l’aria un po’ scandalizzata: «Cerca me?».
Sì, lei.
«Ma io non ho niente da dire. Io l’ho solo organizzata questa convention».
Però ne è diventata subito il personaggio assoluto.
«Si sbaglia».
No.
«Uff!... Si sbaglia, giuro!».
(Ieri )
Gli esercizi di modestia, a volte, sono inutili. Nel volgere di una settimana, l’onorevole Boschi — 32 anni, da Laterina (Arezzo), avvocato — ha conquistato prime pagine, salotti tivù, Berlusconi (del Cavaliere parleremo, tra poco, direttamente con lei). Matteo Renzi l’aveva già conquistato quando, in pieno furore da rottamazione, per salire sul camper delle primarie contro Bersani, lasciò la scrivania dello studio legale Tombari Laroma e associati di Firenze. Un anno dopo è l’unica donna ammessa nel famoso Giglio Magico, con Luca Lotti (generale dei renziani in Parlamento) e con Francesco Bonifazi (anch’egli deputato e capogruppo del Pd a Palazzo Vecchio). È pure l’unica autorizzata a consigliare il capo sull’abbigliamento. E, vedrete, da adesso in poi sarà l’unica ad andare in televisione: l’altra sera, a Piazza Pulita , la Boschi ha incontrato Daniela Santanché, e l’ha battuta. Un’impresa. Con dentro dosi di empatia e sangue freddo, eleganza e solidità di ragionamento. Tecnicamente, perfetta.
Silvio Berlusconi, ovviamente, se ne è accorto.
«Guardi, le dico: non mi fa né caldo né freddo».
Eppure lui pensa cose bellissime: che è brava, convincente, la candidata ideale.
«Guardi, al giudizio di Berlusconi, francamente, preferisco quello di mia madre... che infatti, subito dopo la fine della trasmissione, mi ha mandato un bellissimo sms... ».
Berlusconi ci resterà male.
«Berlusconi, come sappiamo, è un formidabile esperto di televisione, ma non è il segretario del mio partito. Perciò, fine delle chiacchiere».
Comunque, dopo questi complimenti, sa cosa diranno gli avversari che Renzi ha nel Pd?
«Nooooo... Ancora? Lei dice che ricominciano con la storia che Renzi è un Berlusconi di sinistra? Ma è una storia sciocca e ormai davvero vecchia!».
Andrà così, vedrà.
«Senta, lo dico con il cuore: Renzi non ha nulla in comune con Berlusconi... è stato boy-scout, ha cominciato a fare politica da giovane, è stato presidente della Provincia, adesso è sindaco di Firenze... ha idee nuove, ci mette passione e non un filo di interesse personale... no, davvero: se si vuol criticare Matteo, bisogna trovare altri argomenti».
Rapida, non reticente, sicura. Già con una sfilza di etichette addosso. La «giaguara» (per colpa delle tremende scarpe leopardate che sfoggiò alla Leopolda); la «soave» (Pietrangelo Buttafuoco sul Foglio ); Miss Montecitorio (eletta, quasi all’unanimità, da due diverse commissioni: quella dei suoi colleghi deputati e quella dei cronisti parlamentari); la deputata dal carattere «dolce e un po’ salato» (Lettera43.it citando una canzone di Pupo).
Anime pie, tormentate da bolle di invidia, suggeriscono di fare un paragone con Alessandra Moretti, ex vestale del pensiero bersaniano, prima fedelissima e poi, a disfatta ancora fresca, subito alla ricerca di nuovo convento (avrebbe persino bussato a Palazzo Vecchio, senza essere ricevuta).
Lei, la Boschi, intuisce la presenza di gufi e replica senza perdere la pazienza: «Ho sempre apprezzato il lavoro della Moretti... Detto questo, ogni paragone mi sembra fuori luogo, anche in considerazione dei diversi percorsi finora compiuti».
Riepilogando: questa giovane deputata figlia di un ex dirigente della Coldiretti e di una preside, due fratelli («Due ragazzi fichissimi, può scriverlo»), tre colleghe a insidiarle il ruolo di preferita dal capo (Nadia Ginetti, Simona Bonafé e Lorenza Bonaccorsi), la moglie del capo, Agnese, che alla Leopolda disse: «Mi tengo lontana dal palco, non mi piace il ruolo della first lady», il quotidiano Libero che addirittura le dedica un «graffio» titolando: «Una giaguara per il Cav», sembra tutt’altro che spaventata.
«Scusi, ma perché mai dovrei essere spaventata? Tra qualche settimana Matteo sarà il nuovo segretario del Pd, Berlusconi è quasi un ricordo del passato. È così grave se sono ottimista?».
Fabrizio Roncone