Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 02 Sabato calendario

«L’IRONIA È LA COSA PIÙ SEXY IL MIO MITO? ETTORE SOTTSASS»


È capace di uscire in pigiama seconda pelle a righe colorate o in bragoni neri e t-shirt rock. Piercing, creste e tatoo. Croci e calze corte corte. Ha customizzato dai marshmallow ai passeggini. Ha messo persino le ali (ma veramente) alle Adidas e in tempi non sospetti (cioè qualche anno fa) Susy Menkes dell’allora Herald Tribune (oggi International New York Times ) disse che se Moschino avesse cercato un erede, sicuramente poteva trovarlo in lui. Eccolo allora Jeremy Scott, 39 anni, americano del Missouri, trasferitosi a Los Angeles prima che tutti (ora è trendy esserci) arrivassero alla conclusione che a L.A. «c’è l’energia giusta».
È di lunedì sera la notizia che il gruppo Aeffe lo ha nominato creativo della maison Moschino a trent’anni dalla fondazione, a diciannove dalla morte dello stilista e dalla direzione che fu affidata, allora, a Rossella Jardini, l’amica-socia-braccio destro di Franco. Dire che il cambio colga di sorpresa l’ambiente proprio no, se erede doveva essere, quell’erede era lui… è che qualcuno lo ha già detto! E l’entusiasmo del personaggio già contagia.
Dopo Moschino nessuno ha messo tanto humor nella moda. Poi è arrivato Jeremy Scott ed era il 1997, anno in cui debuttò a Parigi, dopo il diploma alla Fashion Pratt Design di New York.
Cos’è per lei l’ironia?
«Ad essere sincero, non lascio molto tempo al pensiero nel mio lavoro, creo semplicemente con molta libertà e senza pregiudizi. Amo l’ironia e penso sia il carattere più sexy in una persona e, come la seduzione, è parte integrante della moda – l’ironia è un must have !».
Pazzarello, spregiudicato, bambinone o solo un sognatore: chi è JS?
«Tutto questo e molto di più. Sono una persona poliedrica, amo creare e amo far sorridere le persone con le mie creazioni ma nonostante l’ironia che metto in ogni pezzo, lo faccio con serietà e lavoro molto duramente per realizzare collezioni che piacciano davvero ai miei fans».
Non trova che il mondo della moda si prenda troppa sul serio?
«Yes! Sì! Oui! Ja! Hai! La moda è fatta per far divertire. Ci sono già troppi argomenti che richiedono serietà. Lasciamo che la moda sia libertà».
Già libertà, lei ne parla spesso. È sicuro che nulla potrebbe limitare i suoi spazi, per esempio il mercato?
«Siamo limitati solo dalla nostra mente».
Lei è persona molto «connessa», per esempio in Rete cosa la diverte?
«Ci sono milioni di cose divertenti sul web – video di gente ubriaca ai matrimoni, animali che si comportano in modo strano… Ma io rido soprattutto per le cose che scrivono i miei amici su Twitter».
Lei, che non è mai vissuto in Italia, cosa si aspetta di trovare?
«Sono molto entusiasta all’idea di conoscerla. Non sono mai stato a Venezia per esempio – una delle mie grandi passioni è il design italiano che trovo sia il migliore. Colleziono pezzi di Memphis e spero di trovare uno dei loro meravigliosi orologi dei primi Anni 80. Ettore Sottsass è da sempre il mio designer preferito. C’è così tanto da scoprire per me...».
Chiuda gli occhi per un attimo e immagini il primo capo Moschino by Scott.
«Non devo chiudere gli occhi… Sto già lavorando sugli schizzi della nuova collezione da settimane ormai». E naturalmente non si lascia sfuggire neppure uno spillo.
La contemporaneità di Moschino potrebbe essere…?
«Il dna di Moschino è così “sintonizzato” con gli impulsi di oggi. Ha solo bisogno di essere focalizzato nel modo giusto».
La moda a prezzi folli o la moda low cost?
«Oggi la moda ha un ruolo importantissimo nella vita delle persone – credo che sia importante fare una moda che sia accessibile e che la gente si possa permettere. Comunque sempre una moda che ci faccia sognare, ne abbiamo bisogno».
Un motivo uno per cui le ragazza di Milano dovrebbero vestire come le ragazze di L.A., città dove lei per primo si trasferì. Dopo arrivarono gli altri, Heidi Slimane, per esempio che addirittura da lì disegna le collezioni Saint Laurent.
«Semplice: la donna di Milano e la donna di Los Angeles hanno molte cose in comune – entrambe amano i tacchi alti e l’alta moda».