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 2013  novembre 04 Lunedì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 104

(Ottiero Ottieri, «La linea gotica»)–

(vedi anche biblioteca in scheda
e database libro in scheda )

Ottieri, appunti sull’Italia Anni 50

Olivetti

«Colloquio con l’ingegner A.O. (Adriano Olivetti, ndr). Quando gli ho detto come e perché voglio lavorare in una fabbrica, non ha sorriso vago; per la prima volta uno ha capito. Ho chiesto anche se non ritenesse un lusso, queste mansioni da ufficio personale; questi compiti non direttamente produttivi, ma «tecnico-umani». No. Egli è sicuro, sicuro dal di dentro - l’ho visto - che non sono un lusso. Per la prima volta, ha calmato il mio senso di colpa, la mia oscura vergogna per il mio «industrialismo». Nella sua società occorre qualcuno che si occupi del settore commerciale. Ho insistito per la fabbrica. Ha insistito per la sua necessità. Mi dovrò dunque avvicinare per approssimazione. Mi lascerà fare tre mesi un periodo di tirocinio nella fabbrica. Mi guardava con gli occhi chiari, senza dubitare delle mie intenzioni, senza fare il processo della loro origine. Le accettava come una forza cui dare credito, usabile. Come una verità. Non siamo andati in fondo alla mia predilezione per gli operai e per il settore tecnico, rispetto al settore commerciale e agli impiegati. Qui un diaframma tremolava fra noi. Che cosa ne avrà pensato? Forse la considerava mitologia, populismo. Di nuovo un po’ di vergogna».

Milano

«Ho lasciato la letteratura, la casa agiata dei miei, la nevrosi di figlio unico [...] Solo, appoggiato con la testa sul tavolino dello scompartimento, dalla stazione scendo su una Milano nera dentro una malinconia nera [...] Sono un intellettuale di sinistra, sono venuto per esserlo, come uno va a frequentare una scuola in un’altra città... Roma è il mio essere, Milano il mio dover essere.»

Diritti

«Vivere consiste semplicemente nel tenersi diritti».

Socialisti

«I socialisti che, in un’azienda, finiscono piano piano dalla parte del padrone. Caso di L., operaio che non crede più nel socialismo, ma non per questo diventa reazionario. Cioè, non crede più nella possibilità che le cose cambino [...] Sono accadute, in questi ultimi anni, tante prime avvisaglie, sconosciute, di fatti diventati pubblici e internazionali (1957).

Bravi

«Uno dei problemi assillanti per un capo del personale è la carriera dei bravi: nessun capo se ne vuol privare, quindi nessuno li segnala per un avanzamento».
Cinquantenne Musatti racconta di un cinquantenne bigotto che va da luglio nello studio e scoppia subito a piangere. Si è innamorato di una giovane modella dopo una vita casta, proba, senza errori e senza tradimenti. Ora è nonno. È esploso di colpo e vuole tornare giovane. Vuole redimere la fanciulla e ci va a letto. Vuole riportarla al padre il quale però è il suo magnaccia. L’altro ieri il cinquantenne l’ha aspettata mentre era salita in una pensione con un altro, ha aspettato un’oretta. A lei il cinquantenne ha detto di non avere né moglie, né figli, né nipoti (ha una moglie, tre figli, sette nipoti). Ha detto a Musatti: «ma io vivo soltanto adesso».

Vedova

Fa quasi meno spavento la storia di una vedova e del suo figlio unico che vivono insieme e scommettono a chi si uccide prima. L’uno non crede alle minacce dell’altra. Ma il figlio alla fine si uccide. Allora la madre non ha più voglia di uccidersi e viene a raccontare Musatti questa sua nuova, terribile volontà di vivere.

Incitamenti

«Il marxismo è un incitamento all’odio. Il capitalismo non è però un incitamento all’amore».

Ambigui

Sto nella zona editoriale ambigua, abitata - come spesso nel giornalismo - da individui scontenti, spostati o falliti. Sono gli intellettuali-impiegati (alla cui schiera mi sono aggiunto), peste della società e di se stessi, angosciati angoscianti, monotoni anche se di vivace intelligenza, sbattuti fra la novità perenne della cultura e la routine, eternamente aspiranti ad una libertà che non si capisce se non si sanno meritare o se non venga data loro da un mondo incomprensivo e crudele: la libertà di «creare». I profani s’ingannano quando credono che quello editoriale sia un lavoro più spirituale di tutti gli altri. Se la casa editrice non attraversa un periodo di eccezionale senso culturale, ne esce un’aria viziata di letteratura fredda e di mestiere. Lo scrittore-impiegato viene usato come una macchinetta che produce soffietti, avvisi pubblicitari. I libri non li legge, li fiuta rapidamente tanto per sentire l’odore e trasformarlo subito in pubblicità.

Convivenza

Giorno per giorno la politica si sfalda cedendo alla necessità della convivenza.

Colori

In piazza del Duomo uno scontro fra operai e polizia. I poliziotti in divisa sono verdi, gli operai in tuta sono blu. I borghesi come me sono protetti dall’abito grigio e anodino e, se stanno un po’ attenti, riescono a non prendere botte da nessuno (1950).

Capo

«Quando il capo ti sgrida, l’unica consolazione è la solidarietà dei compagni di lavoro. Ma uno o due ci godono sempre».

Notizie tratte da: Ottiero Ottieri, «La linea gotica», Guanda, pagine 204, € 22