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 2013  novembre 02 Sabato calendario

AMICIZIA, FIGLI E INCARICHI: L’INTRECCIO DELLE FAMIGLIE LA COMPAGNA DEL «PATRIARCA»: ANNA MARIA? È MERAVIGLIOSA


Quarant’anni di conoscenza e mai una grinza nella tela dei loro rapporti: fra le famiglie di Salvatore Ligresti e Anna Maria Cancellieri i legami sono stati sempre alla luce del sole, o almeno così è sembrato finché gli atti del caso FonSai non hanno mischiato le carte. All’improvviso. Svelando contrasti e risentimenti insospettabili, a volte perfino il timore (e parliamo di Giulia Ligresti) di aver coltivato serpi in seno portandosi in azienda Piergiorgio Peluso, il figlio della ministra.
Con i verbali e le intercettazioni si gioca una partita diversa dalle apparenze per molti dei protagonisti di questa storia. Eccetto due. La ministra della Giustizia e la compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni (detta Lella), a fianco dell’ingegnere da 25 anni. Al Corriere risponde Fragni con gentilezza, con una premessa: «Sono una donna riservata. Così riservata che non troverà quasi niente di me da nessuna parte». Vero. Salvo questi ultimi due giorni, ovviamente. «Guardi, le dirò che sono sconvolta dalla mancanza di riserbo. Questa storia della telefonata... Io e Anna Maria ci conosciamo da una vita. Abbiamo cominciato a frequentarci che eravamo ragazze e le assicuro che io la conosco benissimo, la Cancellieri. L’ho detto e lo ripeto: è una persona me-ra-vi-glio-sa», scandisce. «È una montatura davvero disgustosa. In malafede. Lei non avrebbe mai mosso un passo che non fosse meno che corretto. La scarcerazione di Giulia non c’entra con il suo interessamento, e l’ha detto anche la procura. Il resto sono cattiverie belle e buone. Anna Maria è una donna speciale, io ho sentito con le mie orecchie gente che la fermava per strada e le chiedeva di restare quando stava scadendo il suo incarico di prefetto a Bergamo». E conclude: «Io sono solo una donna di casa, una che non si è mai intromessa in un ufficio, un consiglio, un’assemblea della famiglia Ligresti. Questo l’ho spiegato quando mi hanno interrogato e lo confermo. Di tutto il resto, della mia vita privata, non voglio parlare. E non mi sembra nemmeno normale farlo».
Ciò che non racconta Fragni è per esempio che i rapporti tra le famiglie si incrinarono quando il figlio della ministra, nella primavera del 2011, venne assunto in Fondiaria-Sai come direttore generale, scelto dai Ligresti. E non poteva essere altrimenti visto che uno dei primi atti del manager fu calcolare quanto i Ligresti costassero alla compagnia tra stipendi, consulenze, autisti, personale, uso di case, uffici, vacanze, sponsorizzazioni, affari immobiliari. Al pm Marco Gianoglio, lo scorso 2 settembre, Peluso racconta: «Avevo quantificato il “peso” della famiglia in Fondiaria in una somma di circa 100 milioni di euro. In questo ammontare avevo incluso anche le operazioni immobiliari che non sarebbero state portate a compimento ove non vi fosse stata la famiglia Ligresti, il che sta a significare come quell’ammontare fosse calcolato anche per difetto, proprio in quanto l’immobile poi è rimasto nel patrimonio di Fondiaria. Ciò detto, vi era una certa ritrosia a rinunciare a tal genere di posizione di privilegio da parte della famiglia Ligresti».
Il manager scelto anche perché conosciuto in famiglia diventa per i Ligresti il nemico interno. «Vi fu una forte dialettica con la famiglia a partire dal settembre 2011», continua Peluso. «Erano emersi sia notevoli problemi da un punto di vista finanziario sia sull’adeguatezza delle riserve. Numeri così importanti che a mio giudizio non vi erano margini per procedere con operazioni ordinarie; si rendeva necessario procedere a un nuovo aumento di capitale. Su questo punto la famiglia si mostrò in disaccordo».
Il disaccordo si accentuò quando ai 750 milioni di aumento di capitale chiesti dall’Isvap Peluso aggiunse un altro “buco”, solo stimato, nelle riserve sinistri fino a 1,1 miliardi. È questa l’accusa che i Ligresti gli muovono: hai svalutato la compagnia per farcela portare via. «Questo qui che è entrato, ha distrutto tutto, eh! È venuto, ha avuto il mandato... come se tu entri in un’azienda, svalorizzi tutto, distruggi tutto, fai in modo che uno se la può prendere a zero. E poi si vedeva che era un mandato, è uscito appena fatta, con 5 milioni e mezzo», si sfoga al telefono il 19 ottobre 2012 Giulia Ligresti, la secondogenita di Salvatore per le cui condizioni di salute in carcere Lella chiamò Anna Maria. «È Peluso, il figlio del ministro Cancellieri. Siccome lui è talmente protetto, figurati cosa gli daranno in Telecom, adesso è andato in Telecom...».