Luciano Costantini, Il Messaggero 1/11/2013, 1 novembre 2013
DAL RECUPERO DI CEMPELLA AL PRECIPIZIO DI MALPENSA
LA STORIA
ROMA Viaggiava sulle ali dell’entusiasmo, inanellava record di traffico, veniva additata come esempio di qualità e professionalità. A metà degli anni Settanta e la nostra compagnia di bandiera era nella hit dei vettori mondiali. Una leggenda metropolitana, anzi italiana? Macchè, realtà pura, testimoniata dai numeri. Poi, la lenta, progressiva, perdita di posizioni e la contestuale (anche se inversamente) crescita dei costi con l’obiettivo di calmierare una sofferenza che ha molte cause e molti responsabili. In primis, l’invadenza della politica con la pratica impossibilità di gestire al meglio un sistema di trasporti che stava cambiando con la velocità del suono. Inevitabile infilare, uno dietro l’altro, bilanci in rosso. Fino al 1996 quando alla cloche giunge Domenico Cempella, una vita con la livrea tricolore, partendo da operatore di rampa per finire al vertice aziendale. Al suo arrivo nel quartier generale della Magliana il valore in Borsa della compagnia era di 600 miliardi di lire, il patrimonio netto di 150 miliardi, i debiti di 3.000 miliardi. In quattro anni la cura Cempella produce risultati più che confortanti: utili netti di 850 miliardi nel triennio 1997-’99, il valore di Borsa che passa da 600 miliardi del a 6.000, niente scioperi e fatturato cresciuto del 33%.
La società decolla, gli altri nel frattempo volano. Serve un salto di qualità. Da qui l’idea di trovare un alleato robusto che viene individuato in Klm a scapito di Air France che pure si era segnalata per un lungo e assiduo corteggiamento. Scelta non dettata da simpatie geopolitiche, ma semplicemente di natura tecnica: la compagnia olandese aveva necessità di un partner nel corto e medio raggio, quella italiana di un colosso sui collegamenti intercontinentali. Un matrimonio che si poteva e si doveva fare anche perché lo scalo olandese di Schipol era quasi al collasso e serviva un appoggio consistente nell’Italia del Nord. Ecco allora il progetto Malpensa e qui iniziano i guai per Alitalia, per Cempella, per la stessa Klm, perché l’hub lombardo diventa il pomo della discordia, il terreno politico per interessi localistici. Ricordate la battaglia tra il sindaco di Milano Albertini e quello di Roma Rutelli? Risultato, gli olandesi decidono di abbandonare l’alleanza per «inattendibilità del sistema politico italiano» e Cempella rassegna le dimissioni. Il resto è storia di ieri. E di oggi.