Enrico Paoli, Libero 1/11/2013, 1 novembre 2013
SOCCORSO ROSSO ALLA MAESTRINA BOCCIATA
Di bocciare ad un esame può succedere. Le scale del successo, del resto, non sono lucide a caso. A mantenerle tali sono le lacrime di chi rimbalza e poi decolla. Il pianto le accetti. La prosopopea un tanto al chilo, l’arroganza mista a spocchia, la supponenza declinata in salsa televisiva e il soccorso rosso a comando no. E non perché i giornali di destra hanno il grilletto facile o lo macchina del fango incorporata nella tastiera, come in molti si sono affrettati a dire, e ribadire, non avendo altri argomenti da opporre, ma per una modesta constatazione.
Se ogni maledetto giovedì che il signore della Tv manda in onda sbuchi dal video per impartire la lezione di moralità al malcapitato di turno, cosa che la santorina Giulia Innocenzi fa con svizzera precisione, nella convinzione di essere il Verbo e non una voce dentro al coro, il minimo che ti può capitare se bocci all’esame da giornalista è quello di essere criticata. Soprattutto se ammetti anche di non aver studiato. Perché per passare un esame occorre studiare. Massì, diciamo pure che la santorina è stata attaccata, ma sempre nella normalità siamo. Perché la signorina Giulia, compagna di quel Pif che ha fatto poof alla Leopolda di Renzi, perfetta comunione di beni ideologici, è arrivata a sostenere la prova pratica di abilitazione professionale perché questo è l’esame per diventare giornalista professionista grazie all’esercizio di velinista all’interno di Servizio Pubblico, il programma di Michele Santoro in onda su La7 (e prima su Rai Due dove la santorina ha iniziato a studiare da giornalista). Il resto del mondo, di solito, ci arriva dopo anni di gavetta. E di studio pre esame. Ma questa è un’altra storia.
La storia che sconcerta, invece, è stata scritta sui social network da coloro che hanno difeso a spada tratta la velina santorina fattasi giornalista, sollecitata dalla stessa signorina Giulia. «Ci sono persone che si alimentano solo dei misfatti degli altri. Ragionano così: a me va di merda, a te deve andare peggio. Queste persone mi fanno pena, perché sono povere. E anche con tutto l’oro del mondo non si arricchirebbero di certo. Rimarranno sempre dei poracci». Lo sfogo è quello di Giulia Innocenzi da Rimini, 29 anni, giornalista di Servizio Pubblico e volto noto della trasmissione anche per le polemiche in diretta con direttori come Augusto Minzolini e Maurizio Belpietro. Apriti cielo. Su Facebook e Twitter, ironie e sfottò, ma anche difese a spada tratta, si sono moltiplicate in un istante. Tra i commenti più clementi: «Giulia Innocenzi go home! Dio esiste» (steph@docst). E poi altri: «Come godo», «boriosetta», «saccente». Non mancano le polemiche sul senso dell’esame di Stato. «Una sanatoria» scrive Emiliano Liuzzi, del Fatto Quotidiano. Michele Ruschioni, direttore di Noiroma, sorta di Dagospia dell’Urbe, attacca tranchant la collega sul suo profilo facebook: «Ora non è che st’esame sia indicativo di quanto uno sappia fare il mestiere. Però dal momento che è istituito tocca superarlo. Non ci vuole uno scienziato per rimediare un 36. Bisogna solo saper scrivere». Mattia Feltri, inviato della Stampa, twitta a difesa. «La bocciatura all’esame di giornalismo di @giuliainnocenzi dimostra la ridicola inutilità dell’esame medesimo». A fargli da eco ci pensa Pierluigi Battista (Pigi) del Corriere della Sera: «E dell’Ordine dei giornalisti, residuo fascista unico in tutto il mondo democratico occidentale». Così anche dall’Espresso, per mezzo di Riccardo Bocca. «Dopo tante batoste, l’Ordine dei giornalisti recupera credibilità grazie a Giulia Innocenzi. Un gesto generoso, farsi bocciare all’esame». E poi Alessandro Gilioli: «Penosi e biliosi gli attacchi a Giulia Innocenzi per l’esame non passato eh. Ripigliamoci dai. Che poi conosco colleghi “professionisti” che te li raccomando». Ma se a bocciare fosse stato, che ne so, uno di Libero o del Giornale stessa solidarietà oppure “dagli al fascista”?
A difesa della Innocenzi arriva anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino. «Sapete, per averla vissuta, che prova è l’esame. Il giudizio, positivo o negativo, è falsato dalla tensione e non fotografa certamente le vostre reali capacità. Invece perfino l’esame viene usato per delle volgarità». E poi il colpo di teatro. «Il non aver superato la prova è solo un incidente. Scherzando con i colleghi dico loro che durante gli esami sono in una fase di semi infermità mentale. Il presidente dell’Ordine non dovrebbe dirlo, ma non è il tesserino che fa di una persona un giornalista». D’accordo, allora aboliamo l’ordine, tanto che lo diciamo da tempo. Ma se non serve perché tanta acrimonia per una critica dettata da un fatto? Perché l’essere stata bocciata è una fatto, non un’opinione. Come sostiene Luca Telese su Linkiesta. Piccolo amarcord: all’indomani della storica puntata con Silvio Berlusconi ospite di Santoro fu il severo critico del Corriere della Sera Aldo Grasso a chiedersi il perché del successo della santorina: «Si crede la più autorevole del reame? Ha un tono così saccente che predispone al peggio il telespettatore ». Milena Gabanelli, la conduttrice di Report, osannata o osteggiata a seconda dei punti di vista, fu bocciata all’esame. È vero, l’Ordine è considerato da molti un ente inutile, da abolire. Ma finché esiste, chi vuole praticare il mestiere deve passare attraverso le sue maglie. Anche le allieve preferite di Santoro. Il quale, da gran furbone, ha dedicato la puntata di ieri sera alla voglia di voto anticipato e alle travagliate vicende interne al Pdl. Altre storie, altra roba. Un altro esame. Promosso a pieni voti. Lui, non lei.