Roberto Galullo, Il Sole 24 Ore 1/11/2013, 1 novembre 2013
MILANO, COME FUNZIONA IL SOFTWARE «SVENTA-RAPINE»
Gli americani hanno inondato il mondo di serie tv in cui gli investigatori scardinano il crimine anche grazie al ricorso alla tecnologia ma, per una volta, li abbiamo superati. Al punto che l’Università Usc di Los Angeles ha deciso di sviluppare per il Dipartimento della Giustizia il programma di repressione e prevenzione delle rapine a esercizi commerciali e banche, che dal 2007 sta applicando con successo la questura di Milano. La Ucla, altra prestigiosa università californiana, ha invece apprezzato i risultati raggiunti.
Idea nata in casa
Il software (al quale è stato dato il nome di KeyCrime) è stato elaborato a Milano dall’assistente capo della Polizia Mario Venturi e concesso in comodato d’uso gratuito alla questura del capoluogo lombardo. Che cosa fa il software? Cataloga al suo interno tutti i dati (compresi eventuali video ripreso dalle telecamere di sorveglianza) che hanno caratterizzato la rapina. I primi dati sono quelli della volante che è accorsa sul posto, ai quali seguono quelli desumibili dalle interviste degli analisti alle parti lese, perché nell’immediatezza del fatto si riferiscono alcune cose, mentre a distanza di ore (almeno 24) affiorano altri elementi utili.
Il software KeyCrime
Tutte le rapine dal 2007 a oggi a esercizi commerciali, istituti di credito e uffici postali (questi ultime soltanto dal 2009) sono state catalogate in un’immensa banca dati che consente di fare automaticamente ricerche comparative. Il software immagazzina tutto ed elabora comparativamente ben 11 mila informazioni che vengono estrapolate dalla banca dati dei fatti archiviati. Il software sostituisce la memoria del singolo uomo: è la macchina che risponde con un indice probabilistico su eventi che ritiene riconducibili a quello in analisi.
Il programma permette dunque di ricondurre a un’unica mano fatti avvenuti in tempi e luoghi diversi. Il focus è sul modus operandi dal quale si estrapola il profilo di un soggetto che, in quello stato, è ancora ignoto ma le informazioni consentono di studiare le serialità criminalità e dunque di isolarle e prevedere, qualora le informazioni lo consentono, il nuovo evento futuro legato alla serialità.
I benefici per i milanesi
Per essere pratici: il gioielliere o il farmacista a Milano sanno che se saranno le prossime vittime potenziali di una rapina (e non esiste reato al mondo più seriale di questo) la Polizia di Milano ha un’arma in più per prevenirla. Nel 2007 le rapine ricondotte a persone erano il 27%. Nel 2012 si è toccato il 54%. Dal 2007 al 2009 ci sono stati dunque decine di casi nei quali i rapinatori sono stati attesi sull’uscio degli esercizi commerciali, prima dell’atto criminoso. Laddove è stato possibile la rapina è stata sventata altrimenti la Polizia è intervenuta in flagranza di reato (ed è stato possibile in ambo i casi collegare gli autori ad altre rapine).
Rete ampliata
Nel 2009 la Questura di Milano ha accompagnato l’attività preventiva a quella repressiva (Squadra mobile) e ha esteso l’analisi alle rapine a uffici postali e istituti di credito (in sinergia con Ossif, il centro di ricerca sulla sicurezza anticrimine dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana) a Milano e provincia. Nel 2009 i dati parlano del 60% di rapine risolte, vale a dire fatti per cui il sistema li ha ricondotto a un’unica mano e quindi la persona è stata identificata e catturata e alla stessa sono stati ricondotti i fatti presunti (in fase indiziaria). Per talune persone c’è un’attività giudiziaria in corso e per altri non è ancora concluso. Nel 2012 il dato è salito al 71%.
Vantaggi economici
A giugno 2013 il professor Giovanni Mastrobuoni, del Collegio Carlo Alberto di Torino, ha stimato i benefici economici del sistema, al netto dei danni indiretti evitati da banche, poste, esercizi commerciali e amministrazione della Giustizia per le mancate rapine e al netto delle risorse così liberate per permettere alle volanti di dedicarsi ad altre attività su Milano e provincia: ogni 1.110 rapine sventate il beneficio economico complessivo per le potenziali vittime è di tre milioni.
Parola al questore
«La sperimentazione del software della cosiddetta predictive policing KeyCrime – dichiara al Sole 24 Ore il questore di Milano Luigi Savina – conferma quanto, al giorno d’oggi, sia indispensabile investire in risorse tecnologiche a supporto delle attività di Polizia. Questo applicativo, all’avanguardia mondiale, ha permesso di contrastare efficaciemente un fenomeno molto grave, le rapine, che per il loro duplice aspetto di reato contro le persone e contro il patrimonio, destano da sempre un grave allarme sociale. I risultati che abbiamo ottenuto in quest’ambito sono straordinari e questo ci fa comprendere di aver ben investito le nostre risorse, rispondendo alle esigenze di maggior sicurezza di una città come Milano».