Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 01 Venerdì calendario

DUE MILIARDI DI EURO PER LA FESTA DI MAO. MA LA RETE INSORGE


Non badano a spese le autorità cinesi per celebrare il «grande timoniere». Per il 120° anniversario della nascita di Mao Tsetung, che ricorrerà il prossimo 26 dicembre, sono già stati stanziati quasi due miliardi di euro. Soldi che, secondo il Changsha Evening News, verranno impiegati in una serie di progetti a Xiangtan, metropoli nel centro del Paese che ingloba Shaoshiin, città natale del padre della nazione: saranno realizzate stazioni ferroviarie per la linea ad alta velocità; nuove autostrade; grandi centri turistici; ed è previsto anche il restauro della casa in cui visse il leader socialista nato nel 1893.
Una tale profusione di denaro anche nella prosperosa Cina non poteva non scatenare la reazione indignata di centinaia di blogger che su internet hanno ricordato quali siano le vere esigenze di un Paese che ha ancora immense sacche di povertà. Per Pechino, però, questo è il modo giusto per impressionare i turisti che arriveranno da tutto il mondo e soprattutto per ripercorrere le gloriose le origini di un partito comunista che oggi sta attraversando una delle sue peggiori crisi, tra corruzione e difficoltà a rinnovarsi, mentre fuori dal palazzo cresce e si rafforza una opposizione. Il presidente cinese Xi Jinping è intenzionato a cavalcare la memoria e la retorica di Mao, e lo ha già fatto nei modi più disparati, per esempio partecipando a una serie di sessioni di «critica e autocritica» in tv con i funzionari del Partito comunista cinese (Pcc) dell’Hebei, la provincia che circonda la capitale. Ma c’è anche la volontà, come ha spiegato Russell Moses, del Beijing Center for Chinese Studies, di costruire opere grandiose nel nome di Mao per associare l’immagine del grande timoniere allo sviluppo economico del Paese. E non più soltanto, come spesso avviene in Occidente, ai periodi di terribili carestie e persecuzioni del suo tempo.
Le autorità di Xiangtan hanno giustificato l’imponente sforzo finanziario per le celebrazioni affermando che «l’importanza di questo evento supera quella di qualsiasi altro» ha scritto il Global Times, giornale vicino al Pcc. Ma gli oppositori della Roto non la pensano proprio così. «Quanto costa gestire l’inquinamento? Quanto costa fornire una copertura sanitaria o offrire pasti gratis agli studenti poveri? Non voglio credere che stiano spendendo così tanto denaro per un uomo morto» si legge su un post pubblicato sul social network Sina Weibo. Altri invece affermano che l’economia della zona di Xiangtan, che ha molti problemi, avrebbe un bisogno vitale di investimenti rivolti alle imprese. Ma quasi sempre il dito dei blogger finisce col puntare contro i «funzionari che spendono senza ritegno». E anche se la dirigenza comunista ha avviato un processo di rinnovamento e una politica di sobrietà, questo nuova regola pare non valere per Mao. Per lui infatti, verranno anche organizzate decine di manifestazioni, dalle mostre di fotografia a una gara ciclistica nazionale. Una festa grandiosa che non si sposa con una ricorrenza certamente ancora sentita ma solitamente festeggia dalle famiglie in modo mollo semplice, attorno a un piatto di «spaghetti della longevità», cantando inni maoisti.