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 2013  novembre 01 Venerdì calendario

IL VATICANO CENSURA LO SPETTACOLO DI DARIO FO


Nel giorno in cui la Radio Vaticana commemora il ventesimo anniversario della morte di Federico Fellini ricordando gli screzi del 1960, quando diverse personalità del mondo cattolico criticarono l’uscita della «scabrosa» Dolce vita, il Vaticano sembra ripercorrere sorprendentemente i medesimi passi. Questa volta è Dario Fo, secondo quanto dichiara in una lettera aperta lo stesso premio Nobel, a essere censurato. «La Santa sede non ci autorizza a procedere con il testo di Franca», dice. Rivelando così il rifiuto del Vaticano di concedere l’autorizzazione al suo spettacolo commemorativo sulla Rame e sul libro “In fuga dal Senato”, previsto per il 18 gennaio prossimo sul palcoscenico dell’Auditorium della Conciliazione, a Roma, di proprietà della Santa Sede. Lo spettacolo riprende le riflessioni postume della Rame messe in pagina da Chiarelettere. L’attrice vi ha raccontato la sua esperienza di senatrice, dall’aprile del 2006 alle dimissioni nel gennaio 2008, e le battaglie condotte lungo tutta la sua vita.
Chi esattamente in Vaticano ha rifiutato lo spettacolo? Il proprietario dell’Auditorium è l’Apsa, l’amministrazione del patrimonio della Sede apostolica guidata dal cardinale Domenico Calcagno. Il dicastero ha lasciato fino al 2017 la concessione esclusiva degli spazi alla srl “I Borghi”, società del numero due dell’Udc Lorenzo Cesa, la quale solitamente non deve fare altro che chiedere un consenso “pro forma” all’Apsa per la messa in scena degli spettacoli. Già in passato l’Apsa diede il consenso a Fo, «ad esempio — spiega il Nobel — quando recitammo “Mistero buffo”». Perché allora oggi il rifiuto? Dice Fo: «Esplicitamente hanno dichiarato: “Niente palcoscenico per Dario Fo e Franca Rame”». E ancora: «Non permettermi di andare in scena nel suo teatro è un autogol terrificante. Mi hanno fatto un grande regalo, forse mi vogliono bene, perché non fanno che farmi pubblicità».
Per Fo lo stop equivale dunque a un autogol: «Ora tanti teatri a Roma vorranno ancora di più questo spettacolo. Come è successo anche quando ci hanno cacciato dalla Rai. Siamo diventati una delle compagnie che faceva i maggiori incassi in Italia — aggiunge il premio Nobel — . Curiosamente, proprio oggi mi è arrivata anche la notizia della terza ristampa del libro di Franca ». E ancora: «Exultamus! Abbiamo tutti gridato di gioia per l’apparizione di Papa Francesco. Il fatto è che la sua elezione è qualcosa di davvero straordinario poiché questo Papa è il simbolo eccezionale del rinnovamento della Chiesa». Ma «nonostante ora ci sia un pontefice come Francesco, che va verso la gente, soffre l’indigenza degli altri, e sente il bisogno di portare rinnovamento, interrompendo ad esempio le ritualità pompose, evidentemente al suo interno la Chiesa ancora non cambia». E infine: «Non hanno capito in che mondo vivono oggi, non si sono accorti che il vento non è più quello».