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 2013  ottobre 27 Domenica calendario

ADRIANO OLIVETTI


LUCA ZINGARETTI NEL RUOLO DELL’INDUSTRIALE ADRIANO OLIVETTI si abbandona all’ispirazione dell’imprenditore illuminato che esterna coi sorrisi i suoi progetti innovativi in cui sviluppo e profitto dell’azienda si saldano ai piani di miglioramenti tangibili della vita dei lavoratori, della comunità, del territorio.
Nella prima parte della fiction sulla figura dell’industriale di Ivrea, il popolare attore si infiamma di esaltante passione durante la scena del discorso che Olivetti tenne agli operai della sua fabbrica, nel ’45, quando prese le redini dell’azienda, esponendo l’idea centrale del suo progetto rivoluzionario: «Io voglio che la Olivetti non sia solo una fabbrica, ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca libertà e bellezza perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici».
Adriano Olivetti/La forza di un sogno, regia di Michele Soavi, è la miniserie in due puntate (su Raiuno, lunedì e martedì alle 20.45 e on line, dal 3 novembre, su Telecom.it e Olivetti.it) che racconta la vita dell’uomo che costruì il primo computer al mondo e che sognò di realizzare un’industria al servizio della Comunità. «Per me, la figura di questo italiano – ha commentato Zingaretti, in occasione della presentazione della fiction su Olivetti – è stata una grande scoperta, a mano a mano che entravo in contatto con le sue idee, in anticipo di almeno 50 anni, e il suo pensiero che poi rappresenta il progresso umano. Siamo sempre pronti a celebrare personaggi stranieri e, poi, ci dimentichiamo di nostri grandi protagonisti, quale fu Adriano Olivetti. Assieme ai successi mondiali della macchina per scrivere portatile e del computer a transistor, Olivetti realizzò per i lavoratori della sua fabbrica asili nidi, colonie estive, spese sanitarie pagate, concretizzando il concetto della Fabbrica-Famiglia. Vorrei che questa fiction la vedessero in molti perché è una storia che fa riflettere: se in Italia ci fossero stati tanti Olivetti, oggi, non ci troveremmo in una situazione così drammatica».
Luca Zingaretti aveva già alternato il suo Montalbano, campione di ascolti, con i «biopic» di eroi reali, quali Perlasca e Borsellino. Nella proposta della figura di Olivetti va riconosciuto all’interprete e alla Casanova Multimedia, che ha prodotto la fiction di Raiuno, una buona dose di coraggio, considerato che l’industriale di Ivrea non vanta la medesima popolarità del giudice di Palermo ucciso dalla mafia, né è stato al centro di eventi storici che incidono nella sensibilità di ognuno, come il salvataggio di alcuni ebrei dalla deportazione nei campi di Sterminio nazisti (come nel caso di Perlasca).
Per favorire la «lettura» del racconto della vita di Olivetti il regista Michele Soavi e gli sceneggiatori Franco Bernini e Silvia Napolitano hanno declinato in chiave romanesca la parabola imprenditoriale e umana del protagonista, affiancando al ricordo della gigantesca struttura innovativa del personaggio, delle tappe dei suoi successi industriali culminati con l’esposizione al MoMa di New York della celebre Lettera 22, simbolo dell’Italia nel mondo, la gioia e l’amarezza delle sue vicessitudini personali: la storia dei suoi amori, i contrasti in famiglia, il tradimento degli amici, l’isolamento politico.
«Adriano Olivetti era mio nonno – ha confermato Soavi – e per me, che vengo dal "poliziesco" e dall’"horror", questa fiction aveva un aspetto particolarmente delicato: avevo il timore di rompere un vaso di cristallo. Avevo assorbito la figura di Olivelli dai racconti di mia madre, Lidia, e di mio padre, lo scrittore Giorgio Soavi, che mi avevano narrato del suo amore per il cinema, della sua irresistibile attrazione per la bellezza (di un paesaggio, di un quadro, di un libro), delle sue esplosioni di felicità seguite, talvolta, da assopimenti».
La fiction, inoltre, ammanta di mistero la morte di Olivetti, colpito da infarto sul treno che lo portava a Losanna. «È un fatto che i servizi segreti americani erano molto attenti a Olivetti, di cui temevano la filosofia industriale – ha aggiunto Soavi –. È un fatto che contro la sua azienda ci fosse l’assedio di un certo capitalismo italiano. Ed è un fatto che non si muore a 59 anni, all’improvviso, benché bersagliato da superstress. Non ci fu un attentato: sulla sua morte abbiamo mantenuto la cosa ambigua».
Adriano Olivetti/La forza di un sogno è stato girato interamente a Praga: nel cast, accanto a Zingaretti, compaiono Stefania Rocca, Massimo Poggio, Francesca Cavallin, Elena Radonicich, Roberto Accornero, Francesco Pannofino.